Il film arriva al cinema dal 2 al 4 maggio, mentre la serie sbarca su Sky dal 14 maggio
Dal 1976 al 1980 l’Italia è la squadra da battere. Parliamo di tennis e il trofeo per cui si lotta è la Coppa Davis. La squadra è formata da quattro giocatori, quattro campioni: Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Adriano Panatta, Tonino Zugarelli.
In quei cinque anni raggiungono la finale quattro volte, vincendo solo nel ’76 contro il Cile. Le finali raggiunte ma poi perse sono nel ’77 contro l’Australia, nel ’79 contro gli USA e nell’80 contro la Cecoslovacchia. Nel ’76 e nel ’77 la squadra ha come capitano non giocatore una leggenda del tennis italiano, Nicola Pietrangeli, ritiratosi dall’attività agonistica solo da pochi anni. Pietrangeli verrà esonerato dai suoi giocatori dopo la sconfitta del ’77 in Australia. Lo considera il più grande tradimento subito nella sua vita.
Una squadra – La serie racconta una squadra a volte divisa, frammentata, con al suo interno rapporti difficili, conflittuali, sia tra i giocatori che con chi li guida e allena. Una squadra, una nazionale, che nel momento in cui ha la vittoria a portata di mano viene osteggiata e combattuta nel suo stesso Paese. E nonostante tutto questo, in quegli anni la squadra più forte del mondo.
La docuserie Sky Original sarà in onda su Sky Documentaries dal 14 maggio alle 21.15, disponibile anche in streaming su NOW. I primi due episodi saranno in onda anche su Sky Sport Uno domenica 15 maggio, subito dopo la finale degli Internazionali d’Italia.
Presentato al 39° Torino Film Festival, Una Squadra – Il film racconta in anteprima alcuni tra gli episodi più divertenti ed emozionanti della serie.
In particolare, si concentra su una delle quattro finali, quella giocata nel ’76 contro il Cile di Pinochet e per questo al centro di una feroce battaglia politica. Una vittoria, che ancora oggi, a 122 anni dalla nascita della Coppa Davis, rimane l’unica vittoria italiana.
Una Squadra – Il film sarà nelle sale il 2, 3 e 4 maggio.
Recensione del film a cura di Alberto Leali
L’esordio alla regia di Domenico Procacci è un film imperdibile non solo per gli appassionati di tennis, ma anche per tutti gli altri. E il motivo è che Una squadra racconta la nostra storia, la nostra politica e il nostro costume, attraverso quattro irresistibili personaggi (Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Adriano Panatta, Tonino Zugarelli) con i loro pregi e le loro contraddizioni.
Personalità diversissime per tecnica di gioco, ma soprattutto per carattere e stile di vita. Personalità destinate spesso a scontrarsi, e a cui fa da collante il capitano e non giocatore Nicola Pietrangeli, ma capaci di mostrarsi forti ed unite quando si tratta di vincere. I magnifici quattro sono stati, infatti, protagonisti degli anni d’oro dell’Italia del tennis, con il trionfo in finale a Santiago del Cile nel 1976 e la conquista della Coppa Davis, ancora oggi l’unica vittoria azzurra dell’ambito trofeo.
Non è solo un film sullo sport Una squadra, ma una brillante commedia umana, ricca di aneddoti, dietro le quinte e inediti punti di vista su una vicenda controversa come la finale in Cile del più importante torneo tennistico maschile.
Procacci si serve efficacemente del montaggio per conferire autenticità alla narrazione, affiancando versioni alternative, e spesso discordanti, di uno stesso aneddoto, filtrato dalla memoria dei quattro tennisti, che si mostrano sinceramente divertiti a rievocare i loro ricordi.
Questo abile puzzle di prospettive crea una comicità irresistibile, che permette di indagare i lati più umani, intimi e controversi dei quattro, facendo emergere le differenze nel loro modo di intendere la vita e lo sport.
A ciò si aggiunge l’uso puntuale di materiali d’archivio, immagini di match storici e vita quotidiana, che dimostra la notevole cura formale di un prodotto che potrebbe aprire la strada a un nuovo modo di raccontare lo sport e l’Italia al cinema e in tv.
Ma se Una squadra riesce così bene a divertire e a coinvolgere il pubblico, grande merito è dei suoi protagonisti, che sembrano dei veri personaggi cinematografici, alla stregua dei grandi mattatori della commedia all’italiana.