Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e dal 7 aprile al cinema
Dopo essere stato presentato alla Festa del Cinema di Roma, arriverà nelle sale italiane C’mon C’mon, scritto e diretto da Mike Mills che, dopo un film ispirato a suo padre (Beginners) e uno alla madre (Le donne della mia vita), si cimenta in un’opera ancora più personale e per certi versi più vicina alla sua esperienza vissuta: una storia che scava nel rapporto tra adulti e bambini.
Protagonista della pellicola è Joaquin Phoenix, nei panni di un uomo di mezza età che impara a prendersi cura di un bambino per la prima volta, attraverso un viaggio che si trasformerà in una meditazione sull’amore, sulla genitorialità e sull’andare avanti anche se non si ha idea di cosa accadrà nel futuro.
Nel cast anche Gaby Hoffmann (Perdona e dimentica, Wild), Scoot McNairy (Monsters, L’amore bugiardo) e il giovanissimo Woody Norman.
C’mon C’mon arriverà il 7 aprile nelle sale italiane distribuito da Notorious Pictures.
SINOSSI
Joaquin Phoenix è Johnny, un giornalista radiofonico molto preso da un progetto di lavoro che lo porta in giro per l’America a intervistare i bambini sul futuro incerto del nostro mondo. Sua sorella Viv (Gaby Hoffmann) gli chiede di badare a suo figlio di 8 anni Jesse (Woody Norman), mentre lei si occupa del padre del bambino, che ha problemi mentali. Johnny si trova a legare con il nipote in una maniera che mai avrebbe previsto, portandolo con sé in un viaggio da Los Angeles a New York e New Orleans.
RECENSIONE a cura di Roberto Puntato
Uno zio, un nipote, un viaggio, un confronto, una scoperta. C’MON C’MON è tutto questo, e molto altro. E’ cinema di parola, in cui il linguaggio dei bambini e quello degli adulti si sovrappongono, si intrecciano, si vengono incontro.
E’ cinema che indaga sui legami, sulle dinamiche educative, sul domani di una generazione con la quale gli adulti faticano spesso a relazionarsi. E’ cinema di ascolto e di vita, di sentimenti ed emozioni che bisogna imparare ad esprimere, di esperienze che bisogna imparare a ricordare.
Mills riesce nella miracolosa impresa di tenersi lontano da retorica e buonismo nonostante l’abusato topos del confronto generazionale: il suo è un minimalismo che arriva alla natura intima dei personaggi, che accarezza i loro sentimenti, le loro paure, le loro aspirazioni.
Ecco, quindi, che allo spettatore viene facile riconoscersi in molte delle sfide che la vita mette dinanzi ai suoi protagonisti e che riguardano principalmente la loro sfera emotiva. Ma il merito è anche di un attore straordinario come Joaquin Phoenix, che crea un’ammirevole empatia col suo personaggio e con la sua spalla, il piccolo e sorprendente Woody Norman.
Incisiva è anche la sceneggiatura, capace di trasformare le interviste e le registrazioni realizzate da Johnny per il suo progetto in amplificatore delle coscienze dei protagonisti. Ma anche di mettere questi ultimi nel ruolo dei rispettivi interlocutori, in un gioco di specchi che rende spontaneo e verosimile il percorso da loro compiuto verso una nuova e inattesa visione delle cose.
Il bianco e nero, totalizzante e bellissimo, enfatizza l’essenzialità della narrazione, mentre lo spettatore viene conquistato dalla sua genuina generosità.