In esclusiva dal 7 aprile su Prime Video
Dal 7 aprile, in esclusiva su Prime Video, in 240 Paesi e territori in tutto il mondo, sarà disponibile il film Amazon Original Laura Pausini – Piacere di conoscerti, che vede per la prima volta la star globale davanti alla macchina da presa.
Nato da un’idea originale di Laura Pausini e scritto da Ivan Cotroneo (La kryptonite nella borsa, Un bacio), Monica Rametta (Un bacio, Il volto di un’altra) e la stessa Pausini, il film è diretto da Ivan Cotroneo, con la supervisione creativa di Francesca Picozza e con direttore della fotografia Gherardo Gossi (Diaz, Le sorelle Macaluso), ed è prodotto da Endemol Shine Italy per Amazon Studios.
Il film nasce da una domanda: cosa sarebbe successo se Laura Pausini non avesse vinto quel Festival di Sanremo del ’93? Una sorta di Sliding Doors, con protagoniste due Pausini: la regina del pop italiano che ha scalato le classifiche mondiali e quella che dopo Sanremo ha intrapreso una strada diversa da quella musicale, ma non per questo meno appagante. Due donne dai destini diversi, ma che hanno in comune la stessa grinta, la stessa energia, la stessa gratitudine verso la vita.
In Piacere di conoscerti, Pausini non ha paura di mettersi a nudo, svelando scorci inediti, e a volte anche dolorosi, della sua vita privata e professionale, mentre riapre, con generosità ed emozione, i cassetti dei ricordi.
L’ennesimo regalo che Laura fa ai suoi fan, che non potranno che essere conquistati da un racconto intimo e carico di emozioni, che non solo ripercorre i momenti più importanti della sua vita, ma si fa portavoce di importanti insegnamenti.
Perché Piacere di conoscerti è un film fatto col cuore e che tocca il cuore, un viaggio introspettivo ricco di messaggi positivi, specie per i più giovani, che spesso scelgono di mettere in pausa i loro sogni e il loro futuro.
Un film per conoscere la vera Laura, quella che non ha paura di mostrarsi senza filtri, con i suoi punti di forza e le sue insicurezze. Una Laura con cui è impossibile non empatizzare e a cui si vuole bene come se fosse di famiglia.
“Non volevo che fosse un film autocelebrativo, ma volevo raccontare una storia che avevo in testa da 29 anni – afferma Laura Pausini alla conferenza stampa di presentazione – Mi sono immaginata tante volte come avrebbe potuto essere la mia vita se non fossi diventata famosa. Durante il lockdown, ho capito che avevo bisogno di fare un riassunto fino ad allora, di confrontarmi con i sogni che avevo lasciato in sospeso a 18 anni, quando vivevo ancora in un piccolo paese e facevo piano bar col mio babbo. Allora, non pensavo alla fama, piuttosto la mia sfida era quella di fare piano bar da sola, nonostante in Romagna non conoscevo nessuna donna che lo facesse. D’altronde, per me, ancora oggi, cantare al piano bar non è certo meno emozionante che cantare a San Siro.
Mi sono sempre sentita un po’ in colpa per tutta la fortuna ricevuta in vita mia e quando vengo nominata o ricevo un premio mi carico di ansia, perché penso che dovrò fare sempre meglio per non deludere chi crede in me. Da sempre, ci viene insegnato che bisogna essere i primi, ma la realizzazione, per me, non dipende dalla fama, né dai premi ricevuti. Quando si è sul punto di morire, d’altronde, è inevitabile fare un riassunto di ciò che siamo stati, chiederci se siamo stati davvero felici. In quel momento, ci siamo solo noi e non un pubblico che ci guarda e ci dà un voto.
Io ho capito, quindi, che è il mio carattere a farmi sentire realizzata. Sono sempre stata curiosa e dai molti interessi: se non fossi diventata una cantante, avrei fatto l’architetto o, come la Laura B del film, avrei aperto un negozio di ceramiche. E’ importante avere dei piani B nella vita, senza focalizzarsi su un unico obiettivo. Ciò non significa affatto accontentarsi, ma aprirsi a molteplici opzioni ed interessi. Oggi, invece, mi sembra che i giovani credano di avere una sola abilità e se non riescono a trasformarla nel loro mestiere si abbattono e si bloccano. Tutti noi, invece, siamo capaci di fare qualsiasi cosa, bisogna solo provarci e impegnarci, senza perdere l’entusiasmo.
Credo, inoltre, che non siamo stati educati alla sconfitta, mentre in realtà si resta uguali sia quando si vince che quando si perde, come è successo a me quando sono stata premiata con il Golden Globe e quando non ho ottenuto l’Oscar. Perdere è importante e bisogna comunque sentirsi orgogliosi. Sono contenta di aver trasmesso questo messaggio così importante a mia figlia Paola. E spero di trasmetterlo, tramite questo film, a molti giovani“.
Roberto Puntato