Girato in Puglia, racconta il rapimento e la detenzione di una giornalista in Medio Oriente. Dal 26 gennaio al cinema con Lucky Red
Scritto e diretto da Alessio Cremonini – che torna nello scenario che aveva già indagato col suo documentario e lungometraggio d’esordio Border – Profeti racconta la storia (di funzione) di una giornalista rapita da estremisti islamici e costretta a vivere a stretto contatto con una donna che ha scelto, invece, volontariamente di sottomettersi.
Dopo aver raccontato le vicende di Stefano Cucchi in “Sulla mia pelle”, Alessio Cremonini si confronta con una materia altrettanto scottante ed attuale attraverso uno stile controllato ed asciutto.
La prigionia, i diritti delle donne, la religione, lo scontro tra diverse civiltà: sono solo alcuni dei temi che il regista affronta senza mai prendere, però, una reale posizione a riguardo.
Al centro di Profeti due donne occidentali che hanno compiuto due scelte completamente differenti: da un lato la giornalista senza marito, senza figli, non credente, che afferma con orgoglio di essere libera e di non volersi sottomettere a niente e nessuno; dal lato opposto, una donna che ha scelto di assoggettarsi al marito e alla sua causa.
È attraverso il confronto aspro e difficile tra queste due figure che Cremonini getta il suo sguardo sul Medio Oriente e sulla condizione femminile nel mondo islamico. Esplorando, così, senza alcun pietismo e con un tono crudo e realistico, alcune delle verità più critiche della nostra epoca.
Equilibrato ed elegante, il film non scade mai nel melodramma, né sceglie di prediligere il punto di vista più “facile”. Da vedere.
Federica Rizzo