Dal 10 marzo in prima serata il film tv diretto da Costanza Quatriglio ispirato a Il mio cuore umano di Nada
Liberamente ispirato al romanzo autobiografico “Il mio cuore umano” di Nada Malanima (in arte Nada), arriva dal 10 marzo in prima serata su Rai 1 il film tv diretto da Costanza Quadriglio “La bambina che non voleva cantare”.
Il racconto segue la vita della cantante toscana dall’infanzia fino al 1969, anno della sua consacrazione al grande pubblico con il brano “Ma che freddo fa” cantata sul palco di Sanremo a soli a 15 anni.
Costanza Quatriglio si era innamorata di questa storia sin dall’uscita del libro, tant’è che qualche anno fa ne ha fatto un docufilm per Rai 3, che si intitolava proprio Il mio cuore umano. La bambina che non voleva cantare, sceneggiato insieme a Monica Rametta e prodotto da Picomedia con RaiFiction, è l’ennesimo atto d’amore che la regista dedica a Nada (la nostra intervista a seguire): “Ho cercato di rendere nel film quel realismo magico che scaturisce dalle pagine del libro, provando un profondo affetto per tutti i personaggi raccontati. È una storia che supera la specificità di Nada per toccare corde universali che appartengono a tutti“.
Nel cast del film troviamo Carolina Crescentini (Viviana, la madre di Nada), Tecla Insolia (Nada a 15 anni), la piccola Giulietta Rebeggiani (Nada a 7 anni), Sergio Albelli (Gino, il padre), Paolo Calabresi (Maestro Leonildo), Massimo Poggio (Guido De Santis), Paola Minaccioni (Suor Margherita), Daria Pascalattolini (Nora), Raffaella Panichi (Ersilia, madre del Maestro Leonildo), Nunzia Schiano (Nora, la nonna) e Giulia Battistini (Ersilia).
La vera Nada si è mostrata entusiasta del film: “Costanza Quatriglio ha fatto un lavoro importante sui sentimenti, ha saputo restituire la delicatezza e la forza che c’è dentro questa bambina e le persone che ruotavano intorno a lei. Tutti gli attori sono bravissimi e mi hanno emozionato”.
Già apprezzata in Vite in fuga, si conferma un’attrice ammirevole la diciassettenne Tecla Insolia, salita sul palco dell’Ariston a soli 15 anni (proprio come Nada), vincendo la categoria Sanremo Young e poi arrivando in finale nelle Nuove proposte. “Interpretare Nada è stato bellissimo, – racconta l’attrice e cantante (a seguire la nostra intervista) – con Costanza Quatriglio abbiamo deciso di non usare il trucco né di imitarla in alcun modo, la sua voce è unica“.
LA BAMBINA CHE NON VOLEVA CANTARE: SINOSSI
Nella campagna toscana dei primi anni Sessanta vive la piccola Nada. Il suo universo è composto da nonna Mora, dalla sorella Miria, dal babbo Gino, un uomo buono e silenzioso, e dalla mamma Viviana, spesso preda di forti depressioni che la tengono lontana dalla figlia e dal mondo. Quando suor Margherita scopre il talento di Nada per il canto, il cuore fragile della bambina si convince che solo la sua voce prodigiosa ha il potere di far guarire la mamma. E così, tra la gioia di veder la madre finalmente felice e la paura che la malattia si possa riaffacciare all’orizzonte, Nada cresce accettando ciò che Viviana desidera per lei, fino a quando quel grande talento sopravvivrà persino alle sue stesse paure: tutti scopriranno presto la voce unica di quella bambina che non voleva cantare.
LA BAMBINA CHE NON VOLEVA CANTARE: I PERSONAGGI
NADA
La scoperta del talento la rende felice perché può essere un modo per ottenere le attenzioni della madre, quell’amore che sente sfuggirle ogni giorno. Nel solco invisibile tra la vita che era e quella che sarà, Nada fa i conti con la crescita, con l’amore tormentato di sua madre, con la scoperta di una vocazione che vorrebbe tenere per sé cercando di resistere alla ‘chiamata’ che si impone con una forza travolgente.
VIVIANA
Preda di frequenti crisi depressive, Viviana non riesce a sentire l’amore intorno a sé. Affida al talento di Nada la speranza di un riscatto sociale, ma soprattutto esistenziale; vuole la felicità, ed è in questa ricerca, nell’anelito struggente verso qualcosa che sente come irraggiungibile, che si compiono i suoi sforzi. Intelligente e tenace non si ferma davanti a nulla, i momenti di depressione sembrano portarla lontano, in uno spazio vuoto tra sé e il mondo da cui uscire ogni volta rafforzata e rilanciare, senza esitazioni, la forza invincibile della sua capacità d’amare.
GINO
Gino, il papà di Nada, cerca di prendersi cura di Viviana come può. Taciturno, gran lavoratore, ama la moglie e le figlie, cercando di far fronte all’instabilità in cui è costretto a vivere. Fa di tutto per tenere unita la famiglia. La sua mitezza viene spesso scambiata per debolezza, ma a lui non importa, non riesce a essere diverso e questo non gli dispiace.
LA NONNA MORA
Nonna Mora ha imparato a fronteggiare le crisi di nervi della figlia Viviana con un senso pratico che non lascia spazio a interpretazioni. Ripara le cose e i sentimenti, ha le mani d’oro, cuce i vestiti e ricuce i rapporti, la sua indole riparatrice è la colonna portante di tutta la famiglia. Occhi che incantano, vedova da mille anni, il suo vestire di nero con il fazzoletto in testa la fa sembrare un personaggio senza tempo.
LA SORELLA MIRIA
Miria è come una piccola madre per Nada. Sorella protettiva, dolce e sensibile, la consola quando la mamma cade in depressione. Chiede alla vita solo ciò che la vita può darle, i suoi desideri sono nell’ordine delle cose, innamorarsi e andare in Svizzera al seguito del marito.
IL MAESTRO DI CANTO LEONILDO
Il maestro di canto Leonildo è un uomo alto e buono, un romanticone che si commuove facilmente anche solo a rammentare la bellezza della voce di Mina. Ama la musica più di ogni altra cosa al mondo. Con il suo cuore sensibile, accoglie la piccola Nada alle lezioni di canto dannandosi per i dispetti di quella bambina dalla voce prodigiosa che non vuol cantare. Insegnando canzoni d’amore, con il passare degli anni, il maestro instaura con la sua allieva un dialogo struggente sul significato dell’amore romantico.
SUOR MARGHERITA
Suor Margherita percepisce Nada come una creatura sacra. Non ha dubbi, il talento di Nada per il canto è frutto di un disegno divino: la bambina deve cantare. La prima volta che Nada mette piede al coro dei bimbi, nessuno può immaginare cosa si nasconda dietroquel visino da monella.
NORA
La vitalità di Nora è ossigeno per Viviana che vede in lei la sponda per gioire di un modod’esser donna emancipato e indipendente, pur senza nascondere le proprie fragilità. In paese con Nora arriva non solo un altro piacevole bar che lei dirige da sola, ma anche un’altra musica: dal juke-box esplode il rock and roll e con quello una leggerezza che riempie di felicità la vita di Viviana. E la spregiudicatezza: Nora in paese è l’unica ad indossare i pantaloni!
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Roberto Puntato