UN PROGETTO FILOLOGICO DI RIORDINO E DI RISCOPERTA DELL’IMMENSO REPERTORIO DELL’ARTISTA. CASSIOPEA E ORIONE SONO I PRIMI DUE VOLUMI DELLA COLLANA
Bentornata Mina! Sul finire di un anno che l’ha festeggiata per il suo ottantesimo compleanno, occasione – qualora ce ne fosse bisogno – per ricordare il mito di una donna e di un’artista senza tempo, ora è Mina a farci un regalo inaspettato e molto speciale: venerdì 27 novembre esce “Italian Songbook” presentato da PDU in digipack e doppio vinile.
“Cassiopea” (PDU/distr. Sony Music) e “Orione” (PDU/distr. Warner Music) sono le prime due antologie del progetto discografico di riordino e riscoperta dell’immenso repertorio dell’artista, che si declinerà filologicamente nel tempo: non definiamoli “raccolte”, né “compilation”, né “greatest hits”. Non è per una questione lessicale, perché nel caso le chiameremmo più elegantemente “antologie”; né per un capriccio linguistico-snobistico, altrimenti le chiameremmo dannunzianamente florilegi. Questi due dischi sono qualcosa di diverso.
E i loro titoli ci aiutano a spiegarlo. Cassiopea e Orione sono due delle 88 costellazioni del nostro cielo, l’una boreale e l’altra equatoriale. Prendono i loro nomi da una leggendaria regina d’Etiopia, bellissima, vanitosa e crudele, e da un figlio di Poseidone, nerboruto e temibile cacciatore. Cassiopea e Orione sono i titoli di questi due dischi: che ci piace raccontare come “costellazioni di canzoni”.
Nello sterminato firmamento delle canzoni da lei incise – il Mina Fan Club, che sempre ringraziamo per la generosa competenza con la quale ci assiste nella stesura di queste note, ne censisce quasi 1400 in oltre 100 album – Mina ne ha scelte alcune, disegnando con esse due percorsi costituiti da stelle sonore di diversa magnitudine e posizione astrale, e tracciando con esse due diversi ma complementari percorsi di ascolto.
Il disegno che ha guidato la selezione non è evidenziabile, nella sequenza dei titoli; che non è cronologica, e non è sistematica, ma è il frutto di un pensiero che ha tenuto, certo, in considerazione la qualità delle composizioni e l’efficacia degli arrangiamenti, ma al tempo stesso ha scombinato ogni schema logico per affidarsi a un istinto squisitamente personale.
Così, nelle 28 canzoni già edite, ci sono registrazioni che spaziano dal 1975 (“L’importante è finire”) al 2018 (“Volevo scriverti da tanto”); ci sono canzoni cantate per la prima volta da Mina o riprese da lei dopo l’interpretazione di altre voci; e due brani finora inediti, che chiudono le due tracklist.
Quello che appare evidente, scorrendo i titoli dei brani, è la straordinaria ecletticità dell’interprete, che non ha mai esitato nel cimentarsi con sfide inusuali.
MINA, E’ STATA LA PRIMA in Italia a pubblicare album che non fossero raccolte di singoli già editi, è stata la prima a dedicare interi 33 giri a canzoni di un solo autore (in “Amanti di valore”, del 1973, con tutti i testi scritti da Franco Califano), è stata la prima a rileggere i classici della canzone italiana, è stata la prima a esplorare repertori inusuali e non frequentati da altri… e nel suo percorso ha pubblicato 75 album di studio, che sono stati il bacino al quale ha attinto per selezionare ciò che, secondo lei, fra i brani di compositori e parolieri italiani, merita di essere riscoperto e riascoltato. E cioè quello che ha cantato di più bello, di più emozionante, di più appassionante, ripescando alcune perle rimaste nascoste fra i solchi dei suoi tanti dischi del passato anche recente, alcune delle quali erano diventate di non facilissima reperibilità.
LE REGISTRAZIONI SONO STATE TUTTE DIGITALIZZATE E RESTAURATE
Come già era stato fatto impeccabilmente due anni fa per “Paradiso (Lucio Battisti Songbook)”, dopo aver “riaperto le tracce” – come si dice in termine tecnico – degli originari mixaggi (a partire da quelli da 8 o da 16 piste per arrivare a quelli da 48 piste digitali), si è lavorato anche su nastri da un quarto di pollice. Tutte le registrazioni incluse in “Cassiopea” e “Orione” sono state riversate in digitale, editate, restaurate, rimasterizzate e rimixate con la continua, costante e attenta supervisione di Mina, che ha seguito personalmente l’intera operazione: ora tutte le canzoni risplendono nella pulizia, nella dinamica e nella pienezza dei suoni e della voce.
DUE BRANI INEDITI, DICEVAMO
Quello che chiude “Cassiopea” si intitola “Un tempo piccolo“, ed è una canzone scritta da Antonio Gaudino, Alberto Laurenti e Franco Califano, interpretata da Mina con il testo rimaneggiato della versione dei Tiromancino (datata 2005).
Quello che chiude “Orione” si intitola “Nel cielo dei bars” (sì, la s del plurale sarebbe in italiano grammaticalmente scorretta, ma se Leo Chiosso l’ha voluta ci sarà stato un motivo…), ed è una canzone a suo tempo scritta (con Chiosso) e interpretata da Fred Buscaglione. Fred la cantava nel film “Noi duri”, del quale era anche interprete nei panni dell’agente dell’FBI Fred Bombardone alle prese con il narcotrafficante detto l’Algerino (Totò). Il film, diretto da Camillo Mastrocinque, uscì nelle sale cinematografiche pochi giorni dopo la scomparsa di Buscaglione; uscì postumo anche il 45 giri “Cielo dei bars” (senza “nel”) / “Noi duri”.
La presenza di due inediti in “Cassiopea” e “Orione” è un indizio di quanto potrà succedere nel prosieguo di questo progetto filologico di riordino e riscoperta del repertorio, che andrà a toccare anche le canzoni incise nei primi anni di carriera per la Ri-Fi, e permetterà di includere anche nelle prossime pubblicazioni altri brani che prima non conoscevamo cantati dalla voce di Mina.
PER LE COPERTINE di “Cassiopea” e “Orione”, Mauro Balletti (con Gianni Ronco) ha giocato sulla specularità e sul contrasto fra due colori, il rosso e il blu; il che può rievocare due doppi album “storici” della discografia dei Beatles, ma potrebbe essere anche un rimando ai classici mazzi di carte da poker della Modiano…
Non abbiamo speso nemmeno una parola per descrivere la prodigiosa voce che canta queste trenta canzoni; ma davvero ci sono ancora parole per elogiarla?
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