Ecco l’elenco dei film che nel 2020 si potranno fregiare del prestigioso marchio di Cannes
Thierry Frémaux annuncia finalmente l’elenco dei film che nel 2020 si potranno fregiare del bollino di qualità della Selezione Ufficiale del Festival di Cannes. Film che ovviamente usciranno in sala, ma non saranno più disponibili per essere presentati in altri festival.
Un modo per penalizzare la concorrenza veneziana? Per il delegato generale del festival l’annuncio della Selezione Ufficiale 2020 serve a sostenere i film attraverso il prestigio marchio di Cannes, non solo nelle sale, ma anche negli altri festival che decideranno di ospitarli. A dimostrazione del fatto che il cinema non è morto ed è pronto a rimettersi in gioco, anche attraverso altre forme di visione.
Frémaux e il giornalista Pierre Lescure sono saliti sul palco di un teatro vuoto per condividere gli oltre 50 film di una edizione che non c’è stata per via della pandemia globale, e che non si terrà nemmeno nei restanti mesi dell’anno.
Ecco di seguito i film selezionati a Cannes 2020
The French Dispatch, di Wes Anderson
Eté 85, di François Ozon (nei cinema francesi dal 15 luglio)
Asa ga Kuru (True Mothers), di Naomi Kawase
Lovers Rock e Mangrove, di Steve McQueen (episodi antologici)
Druk (Another Round), di Thomas Vinterberg
ADN (DNA), di Maïwenn
Last Words, di Jonathan Nossiter
Heaven: To The Land of Happiness, di Im Sang-soo
El olvido que seremos, di Fernando Trueba
Peninsula, di Yeon Sang-ho
In the Dusk (Au crépuscule), di Sharunas Bartas
Des hommes, di Lucas Belvaux
The Real Thing, di Koji Fukada
Passion simple, di Danielle Arbid
A Good Man, di Marie-Castille Mention-Schaar
Les Choses qu’on dit, les choses qu’on fait, di Emmanuel Mouret
Souad, di Ayten Amin
Limbo, di Ben Sharrock
Rouge (Red Soil), di Farid Bentoumi
Sweat, di Magnus von Horn
Teddy, di Ludovic e Zoran Boukherma
February (Février), di Kamen Kalev
Ammonite, di Francis Lee
Un médecin de nuit, di Elie Wajeman
Enfant terrible, di Oskar Roehler
Nadia (Butterfly), di Pascal Plante
Here We Are, di Nir Bergman
Septet: The Story of Hongkong, d’Ann Hui, Johnnie To, Tsui Hark, Sammo Hung, Yuen Woo-Ping, Patrick Tam e Ringo Lam
Falling, di Viggo Mortensen
Pleasure, di Ninja Thyberg
Slalom, di Charlène Favier
Casa de antiguidades (Memory House), di Joao Paulo Miranda Maria
Broken Keys (Fausse note), di Jimmy Keyrouz
Ibrahim, di Samir Guesmi
Beginning (Au commencement), di Dea Kulumbegashvili
Gagarine, di Fanny Liatard e Jérémy Trouilh
16 printemps, di Suzanne Lindon
Vaurien, di Peter Dourountzis
Garçon chiffon, di Nicolas Maury
Si le vent tombe (Should The Wind Fall), di Nora Martirosyan
John and The Hole, di Pascual Sisto
Striding into The Wind (Courir au gré du vent), di Wei Shujun
The Death of Cinema and My Father Too (La Mort du cinéma et de mon père aussi), di Dani Rosenberg
En route pour le milliard (The Billion Road), di Dieudo Hamadi
The Truffle Hunters, de Michael Dweck di Gregory Kershaw
9 jours à Raqqa, di Xavier de Lauzanne
Antoinette dans les Cévennes, di Caroline Vignal
Les Deux Alfred, di Bruno Podalydès
Un triomphe (The Big Hit), di Emmanuel Courcol
L’Origine du monde, di Laurent Lafitte
Le Discours, di Laurent Tirard
Aya to Majo (Earwig and The Witch), di Goro Miyazaki
Flee, di Jonas Poher Rasmussen
Josep, di Aurel
Soul, di Pete Docter