L’Italia delle donne attraverso le lettere scritte ai settimanali femminili degli anni ’50 e ’60: in prima visione venerdì 8 maggio su Sky Arte il nuovo documentario di Gianfranco Giagni
Arriva in prima visione TV venerdì 8 maggio alle 21.15 su Sky Arte il nuovo film documentario di Gianfranco Giagni Sogni, sesso e cuori infranti (Piccola Posta parla), scritto da Silvana Mazzocchi e Patrizia Pistagnesi, letto e interpretato con iconica partecipazione da Anna Foglietta, prodotto e distribuito da Istituto Luce Cinecittà.
Un sorprendente spaccato di costume italiano e di storia della sessualità: il Paese visto dalle migliaia di lettere che le italiane scrissero tra gli anni ’50 e ’60 ai più importanti settimanali femminili dell’epoca. Una controstoria brillante, intima, divertente e insieme drammatica che getta una luce sulla società del tempo – l’Italia che si avvia alla modernità – e che nella stagione del #MeTooregala una riflessione lucida, e insieme ironica, su decenni di equilibri e squilibri nei rapporti uomo-donna e nell’istituto familiare e matrimoniale.
Dopo la prima di Venerdì 8, Sogni, sesso e cuori infranti (Piccola Posta parla) andrà in replica sempre su Sky Arte Sabato 9 maggio alle 14.45, e Domenica 10 alle 9.50.
SINOSSI Sogni, sesso e cuori infranti (Piccola Posta parla)
Dagli anni ‘50 fino ai ‘60 le varie rubriche di posta del cuore si moltiplicano sui periodici femminili diventando, insieme ai fotoromanzi e alla letteratura rosa, uno specchio della società reale.
Ed è così che le rubriche di lettere di Amica, Annabella, Harper’s Bazaar si popolano di ragazze madri, di mogli e madri sull’orlo di crisi di nervi, di riconciliazioni drammatiche e appassionate, ma anche di tentativi per non sfigurare al tempo del benessere.
La Contessa Clara insieme a Donna Letizia sono le registe di bon ton e consigliere sentimentali con esiti che oggi appaiono paradossali nel loro voler essere rassicuranti; ma anche, nel caso di Brunella Gasperini, cercando di dare una visione che va aldilà dell’Italietta di quegli anni. Quelle lettere e le relative risposte non solo fotografano una faccia della realtà, ma “dànno la linea” e ci vorrà del tempo prima che quella linea venga superata.
NOTE DI REGIA
In un salotto anni ‘50 l’attrice Anna Foglietta legge le risposte che la Contessa Clara, Donna Letizia e Brunella Gasperini davano alle lettrici delle riviste femminili. La telecamera si muove con morbidezza attraverso le poltrone, un divano, una vecchia televisione, una vecchia radio. La stessa morbidezza con cui quelle maestre di bon ton rispondevano alle lettrici cercando di rassicurarle, illudendole di poter vivere in un mondo da favola in cui è fondamentale sapersi depilare le ascelle, preparare la tavola, rendere felici i mariti e vestirsi come le grandi stars del Cinema. Risposte che, soprattutto, invitavano alla pazienza le loro interlocutrici spegnendo ogni velleità di ribellione.
Lo spettatore scoprirà ben presto che il salotto nel quale Anna agisce è ricostruito in un teatro di posa, vedrà il dietro le quinte, i binari del carrello necessari al movimento della telecamera, le luci e tutto quello che serve alle riprese.
Insomma scopre la finzione di una Casa di Bambola. Così come era finto quel mondo che le Contesse Clara e le Donne Letizia suggerivano alle loro lettrici.
Ma lontano da quel salotto c’è la realtà, ci sono le lettere che raccontano i disagi di tante donne che si confidano su temi come il sesso, l’amore, la famiglia, i rapporti con gli uomini, i sogni di chi vorrebbe sfuggire al proprio destino casalingo.
E a quelle lettere corrispondono le immagini di repertorio che ho scelto e raccontano, questa volta senza trucchi, il quotidiano delle donne negli anni ’50 ed i ’60, che vivevano la propria vita rassegnandosi ad essere una brava mogli ed ottime madri, piene di paure e sensi di colpa riguardo al sesso, con l’ingombrante presenza della Chiesa preconciliare. Donne che volevano raggiungere i propri sogni effimeri ed il proprio riscatto cercando di diventare Miss Italia oppure di emanciparsi trasformandosi in hostess, insegnanti ma anche in tassiste, barbiere, capostazione.
È nel contrasto tra la realtà delle immagini di repertorio e la finzione delle immagini girate nel Teatro di posa che vive il documentario. E a questi due piani si sovrappongono le voci di Cesare Zavattini, Pier Paolo Pasolini, Natalia Aspesi, Gianfranco Venè, Gabriella Parca, Edmondo Berselli i cui testi contestualizzano quelle lettere e le relative risposte, riuscendo a sintetizzare quel periodo storico e i sentimenti di quelle donne. Un mondo che, con gli anni ’60, sarebbe prepotentemente cambiato.