Dopo 70 mila spettatori in poco più di 3 mesi di repliche, arriva a Roma, dal 13 febbraio all’8 marzo, lo spettacolo firmato da Massimo Romeo Piparo con un cast e un’edizione completamente rinnovati
Chi di noi non ricorda The Full Monty, la brillante commedia di Peter Cattaneo che nel 1997 conquistò il pubblico di tutto il mondo con la sua ironia sagace, i suoi attori infallibili e soprattutto la sua scatenata colonna sonora?
La storia dei sei operai disoccupati che trovano il modo di far fronte alla crisi economica facendo la gioia del pubblico femminile rivive sul palcoscenico del Teatro Sistina con la commedia musicale firmata dalla PeepArrow Entertainment di Massimo Romeo Piparo con un cast e un’edizione completamente rinnovati.
A vent’anni dalla prima edizione del Musical di Broadway, il pubblico italiano potrà ridere, ballare ed emozionarsi grazie a cinque protagonisti d’eccellenza: i campioni di incasso del musical dei record Mamma Mia!, Paolo Conticini e Luca Ward, insieme a Gianni Fantoni, già protagonista nell’edizione di successo del 2013, Jonis Bascir e Nicolas Vaporidis, al suo debutto assoluto nel musical.
Con loro, un grande cast di oltre 30 artisti e l’Orchestra dal vivo diretta da Emanuele Friello per un allestimento imponente che toccherà finalmente la Capitale, il prossimo 13 febbraio, dove rimarrà in scena per circa un mese prima di proseguire in tour nei principali teatri fino a marzo 2020 (Bari, Brindisi, Messina, Catania).
Scritto da Terrence McNally e musicato da David Yazbeck, per la regia e l’adattamento italiano di Piparo, The Full Monty, ambientato non più nella Sheffield del film o nella Buffalo del Musical, ma nella Torino della crisi economica, conquisterà il pubblico per i suoi positivi messaggi di solidarietà, amicizia e riscatto sociale.
Uno spettacolo che unisce felicemente intrattenimento e riflessione, con tanti riferimenti all’attualità dei nostri giorni e qualche gustoso ingrediente hot.
The Full Monty, infatti, non fa solo ridere, ma è ricco di momenti introspettivi, attraverso cui i personaggi provano a superare le difficoltà delle loro vite attraverso l’ottimismo e l’entusiasmo. La disoccupazione, che ha trasformato l’Italia come l’Europa intera, è una piaga che sentiamo oggigiorno ancora più forte che quando il film uscì ed è questo elemento, come afferma Piparo, che rende lo spettacolo “specchio della nostra realtà”, ma invita anche a non arrendersi perché “a volte basta un’idea per dare una svolta alla propria vita, l’importante è credere in sé stessi“.
Di prestigio, ovviamente, il comparto tecnico: i costumi di Cecilia Betona, le coreografie di Roberto Croce, le luci di Umile Vainieri, il suono di Davide Zezza e le scenografie mobili di Teresa Caruso, che ci condurranno nei diversi luoghi in cui era ambientato il film: dalla fabbrica alle case dei protagonisti, fino all’immancabile strip club dove avrà luogo la celeberrima scena finale.
Roberto Puntato