Dal 25 maggio disponibile per la visione web on demand sulle principali piattaforme digitali
L’hotel degli amori smarriti, nuova fatica del francese Christophe Honoré, è una farsa luminosa ed onirica che mescola con bizzarria il cinema di Allen e Demy.
La protagonista è la piacente Maria (Chiara Mastroianni), sposata con Richard (Benjamin Biolay) da più di vent’anni: stanca della routine coniugale, la donna colleziona amanti più giovani, senza instaurare con loro alcun legame sentimentale. Quando il marito la scopre, Maria si giustifica sminuendo il valore delle sue scappatelle, ma Richard non accetta la sua disonestà. La donna decide, così, di prendere una stanza nell’albergo di fronte a casa sua, dove incontra il Richard di 25 anni prima (Vincent Lacoste), con cui riesplode la passione. La situazione si complica, però, quando nella stessa stanza arriva Irène (Camille Cottin), il primo grande amore di Richard, intenzionata a recuperare il suo ex amante. Ma non è finita qui, perché la coppia dovrà fare i conti con una serie di bizzarri personaggi che torneranno dal passato per mettere in crisi i loro già precari equilibri.
Regista particolarmente versatile e amatissimo dal Festival di Cannes, che ha conferito il premio per la migliore attrice a Chiara Mastroianni nella sezione Un certain regard, Honoré si cimenta stavolta con una commedia arguta e divertente, che analizza la crisi coniugale di una coppia dopo 25 anni di matrimonio.
Caratterizzato da un ritmo trascinante e da dialoghi spesso irresistibili, L’hotel degli amori smarriti ha il pregio di trattare con sferzante leggerezza e con pregevole inventiva tematiche che il più delle volte sono associate al genere drammatico. In particolare la senilità del sentimento amoroso, la nostalgia della giovinezza, gli inganni della memoria, la disillusione e il rimpianto: Honoré mescola e fa comunicare passato e presente, delineando, così, il ritratto intimo e lucido di due coniugi che hanno smesso di conoscersi.
I punti di forza della pellicola, oltre alla premiata Mastroianni e a un gruppo di attori infallibili, sono una sceneggiatura costruita con abile libertà e una riuscita fusione tra linguaggio teatrale e cinematografico.
Popolato da saliscendi e girandole sentimentali e da ardite apparizioni spettrali (compresa una coscienza che ha il volto di Aznavour), il film di Honoré si dimostra un divertissement cinefilo e brillante e conferma la capacità di certo cinema d’Oltralpe (vedi La belle époque) di unire intrattenimento e riflessione.
Officine UBU distribuisce il film, designato anche FILM DELLA CRITICA dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI, dal 25 maggio sulle principali piattaforme digitali, tra cui MioCinema e #iorestoinSALA, entrambe fortemente volute e gestite dagli esercenti cinematografici colpiti dalla fase emergenziale che ha imposto la chiusura delle sale.
Alberto Leali