Al cinema dal 6 febbraio distribuito da Warner Bros. Pictures
Intriso di humor ed azione, Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) è uno dei film più freschi e riusciti che ci ha regalato l’universo DC. Il merito va soprattutto a una serie di personaggi memorabili e ad una libertà narrativa che permette al film di prendere direzioni inconsuete, manifestando fieramente la propria identità.
In un racconto tutto all’insegna del girl power, Margot Robbie torna dopo 4 anni da Suicide Squad nei panni di Harley Quinn, ex psichiatra dell’Arkham Asylum, il manicomio criminale di Gotham City, dove si innamora dell’acerrimo nemico di Batman: Joker.
Insieme vivranno diverse avventure, come raccontano i DC Comics, ma questa pellicola si concentra da subito sulla tragedia toccata ad Harley: Joker l’ha lasciata. Smarrita senza più il suo compagno/carceriere (alla fine “un arlecchino è solo un servo e senza un padrone non è nessuno”), Harley perde anche la protezione del folle clown dal resto del mondo criminale, scatenando il desiderio di vendetta delle loro vittime.
Come ogni film della DC che si rispetti, anche se in questo caso i personaggi “non sono certo esempio di virtù”, il vero cattivo della storia è lo storico villain Black Mask (Ewan McGregor), che catturerà Harley costringendola a procurargli un diamante in possesso di Cassandra Cain (Ella Jay Basco), una ragazzina esperta del furto.
Da questo momento in poi, il destino di Harley e di Cassandra si incrocerà con quello di altre tre donne ricercate da Black Mask, che formeranno il futuro gruppo di vigilanti “Birds of Prey”: la Cacciatrice (una straordinaria Mary Elizabeth Winstead), Dinah Lance “Black Canary” (Jurnee Smollett-Bell) e Renee Montoya (Rosie Perez), detective del dipartimento di polizia di Gotham.
Il cinecomic tutto al femminile di Cathy Yan, prima regista di origine asiatica a firmare un progetto di questo tipo, sembra non preoccuparsi affatto del suo ruolo in un contesto più ampio, brillando così per genuinità e divertimento.
Lo si nota, ad esempio, dalla scelta di una trama affatto articolata e dalla scelta di un villain che non rappresenta alcuna minaccia apocalittica, ma solo un sadico gangster che ha diversi conti in sospeso con le protagoniste. In tal senso, se la cava benissimo Ewan McGregor, che conferisce al suo Black Mask una gustosa mescolanza di crudeltà ed ironia.
Ma sono ovviamente le donne il punto di forza della pellicola, a cominciare da un’irresistibile Margot Robbie, che fa splendere Harley Quinn in tutta la sua emancipazione post-amour fou. Attorno a lei, una squadra di attrici formidabili che fanno letteralmente scintille, regalando momenti di grande intrattenimento.
Funzionano, inoltre, la colonna sonora killer, il ritmo scatenato e l’ardita combinazione di ironia e violenza, rappresentando non solo un notevole salto di qualità rispetto a Suicide Squad ma anche a tutti i predecessori del DC Universe. Non sarebbe “fantasmagorico” andarlo a vedere?!
Giancarlo Giove