Per celebrare i 100 anni della nascita di Sordi, il film andrà in onda il 24 marzo su Rai1
Gli esordi, le amicizie, gli amori e tanti aneddoti della vita del ‘nostro’ Alberto Sordi negli anni del debutto nel mondo dello spettacolo. Questo e molto altro racconta il film evento Permette? Alberto Sordi, uscito al cinema il 24, 25 e 26 febbraio con Altre Storie e in arrivo su Rai1 il 24 marzo, per celebrare i 100 anni della nascita di uno dei più grandi interpreti del cinema italiano.
Un film che vuole ricordare la straordinaria vitalità di Alberto Sordi, il suo immenso talento, la sottile ironia, l’artista e l’uomo, tra difetti e virtù.
“Non ci ha mai permesso di essere tristi”, disse di lui Ettore Scola. La sua capacità di scherzare e ironizzare sulle piccolezze, sulle nevrosi e le contraddizioni degli italiani, nel corso degli anni, ha lasciato un segno nella storia del costume del nostro Paese.
Un giovane Alberto Sordi, tenace e destinato ad emergere, è quello che racconta il film Permette? Alberto Sordi, ripercorrendo vent’anni – dal 1937 al 1957 – dedicati a una continua crescita professionale. Anni in cui Sordi si fa conoscere come doppiatore di Oliver Hardy, alla Radio e nel Varietà, conquistando il pubblico con i suoi primi personaggi divertenti.
In quel periodo nasce l’amicizia con Fellini che lo avrebbe portato al successo come attore. Nel film c’è anche il Sordi meno conosciuto: gli amori, la famiglia, gli amici.
Diretto da Luca Manfredi, con un eccezionale Edoardo Pesce nel ruolo del giovane Alberto, il film vede nel cast Pia Lanciotti nel ruolo di Andreina Pagnani, Alberto Paradossi nel ruolo di Federico Fellini, Paola Tiziana Cruciani, Luisa Ricci, Michela Giraud, Paola Giangrasso, con la partecipazione amichevole di Giorgio Colangeli, Martina Galletta, Francesco Foti, Sara Cardinaletti e Lillo Petrolo nel ruolo di Aldo Fabrizi.
Permette? Alberto Sordi vuole essere un affettuoso omaggio al grande talento di uno dei maggiori interpreti di un genere che ci ha reso famosi in tutto il mondo: la Commedia all’italiana – racconta il regista Luca Manfredi. Un genere capace di raccontare i drammi e i vizi della nostra società, appena uscita dall’ultima guerra, con il sorriso e l’ironia.
Un attore straordinario, dotato di un talento innato, che ci ha regalato con più di duecento film una galleria di personaggi indimenticabili con un gioco di invenzioni e di “tic” sui loro modi di parlare e di muoversi, come il suo famosissimo saltello. Ma Alberto ha dovuto faticare non poco, per vedere riconosciuto il suo talento. Senza mai abbattersi, ma anzi, combattendo con una tenacia inarrestabile (che poi ha trasferito in uno dei suoi personaggi più noti, il Dentone) è riuscito a diventare uno degli attori più apprezzati del grande cinema italiano.
SINOSSI
Da giovanissimo Alberto Sordi viene espulso dall’Accademia di Recitazione dei Filodrammatici a Milano per la sua incorreggibile parlata romana. Ma Alberto non si arrende e, tornato a Roma, con la sua ricerca della qualità attoriale e con impegno tenace, riesce a diventare l’inconfondibile voce di Oliver Hardy, si fa notare sui palcoscenici del Varietà e alla Radio con il personaggio di Mario Pio. In quegli anni stringe una grande amicizia con il giovane Federico Fellini, che da lì a poco lo avrebbe diretto ne Lo Sceicco Bianco e I Vitelloni (sua la pernacchia più celebre del cinema italiano!), si innamora dell’attrice e doppiatrice Andreina Pagnani e raggiunge il trionfo con Nando Moriconi, l’Americano a Roma! “Permette? Alberto Sordi” racconta i vent’anni in cui il giovane Alberto Sordi è diventato l’Albertone nazionale, l’uomo che – come disse Ettore Scola – “non ci ha mai permesso di essere tristi”.
CRITICA
Il film di Luca Manfredi esce il giorno del Natale di Roma, per celebrare uno tra i massimi esponenti della romanità cinematografica. Ma anche per tutelare la memoria di un artista straordinario, che ha scritto una pagina fondamentale della nostra cultura.
Quando si toccano dei miti, si sa, il rischio è grosso, ma Permette? Alberto Sordi funziona alla grande e il merito è soprattutto dei suoi efficacissimi attori, a cominciare da un ottimo Edoardo Pesce, che conferma, ancora una volta, il suo talento.
La sua interpretazione è assolutamente perfetta e ci restituisce tutte le caratteristiche di Sordi, a dispetto di una non proprio immediata somiglianza fisica: sullo schermo rivivono, così, la sua energia, la sua testardaggine, la sua sensibilità, la sua dedizione al lavoro, la sua inedita capacità di afferrare gli aspetti grotteschi dell’umanità.
Non sono da meno Pia Lanciotti nel ruolo di una dolcissima Andreina Pagnani, Paola Tiziana Cruciani che interpreta la venerata mamma chioccia Maria, e Alberto Paradossi nei panni di un giovane ma fervente Federico Fellini.
Ma in generale nessun volto che compare sullo schermo è fuori posto, nessun passaggio narrativo è forzato o retorico: ciò rende Permette? Alberto Sordi un film prezioso, perché ha la capacità di omaggiare senza mai perdere il calore e l’autenticità.
Riesce così a cogliere l’anima dell’uomo e la passione dell’artista, regalando anche un importante messaggio di vita: i sogni, se ci credi e fai di tutto per realizzarli, si avverano.
Edoardo Pesce sulla sua interpretazione
“Lo ammetto, quando ho accettato la parte avevo molti timori. Soprattutto perché fisicamente io e Sordi non ci somigliamo molto, ma anche perché il film analizza un lungo periodo di tempo in cui io interpreto sia l’attore 18enne che quello trentenne. Mi sono perfino recato in visita alla sua tomba al Cimitero del Verano per chiedergli una mano! E’ stata un’esperienza molto faticosa, ma entusiasmante, anche perché con Albertone sento di avere diversi aspetti in comune. Soprattutto quella malinconica fanciullezza, quella fragilità che vive sotto la corazza… Spero di cuore che questo film gli piaccia. L’ho trattato come se indossassi una maschera della nostra cultura, senza troppo pensare alle tante altre maschere che lui ha indossato nella sua carriera”.
Alberto Leali