Il film che racconta l’avvicendamento e l’amicizia tra Ratzinger e Bergoglio sarà disponibile su Netflix dal 20 dicembre
Quando il cardinale Bergoglio, demotivato dalla direzione intrapresa dalla Chiesa, decide di lasciare la carica di prelato per tornare ad essere un sacerdote, raggiunge a Roma l’allora pontefice Benedetto XVI per comunicargli la sua decisione. I due avranno, così, occasione di conoscersi meglio e confrontarsi sulle loro opposte idee sulla Chiesa. Bergoglio, però, ancora non sa che quell’incontro lo porterà a prendere il posto di Ratzinger, subissato dagli scandali.
Il regista brasiliano Fernando Meirelles (City of God) e l’acclamato attore britannico Jonathan Pryce (Brazil, Pirati dei Caraibi, Game of Thrones) giungono nella Capitale per presentare il nuovo film originale Netflix I due Papi, disponibile sulla piattaforma streaming dal 20 dicembre.
Sceneggiato da Anthony McCarten (L’ora più buia), a partire dall’opera teatrale The Pope dello stesso autore, I due Papi si focalizza sul rapporto tra Ratzinger (Anthony Hopkins) e Bergoglio (Jonathan Pryce), in uno dei momenti più delicati della storia della Chiesa: l’avvicendamento tra Benedetto XVI, che nel febbraio del 2013 rinunciò al pontificato, e Papa Francesco, che ricoprì la carica appena un mese dopo.
I due Papi ci fa assistere ai loro ipotetici incontri, mettendoci, così, di fronte a due uomini di fede dalle visioni opposte, ma alle prese con i dubbi e le difficoltà della loro missione. Alterna, quindi, momenti di condivisione e colloquialità a riflessioni profonde e confessioni brucianti, umanizzando i due protagonisti di modo da creare un forte legame empatico con lo spettatore.
“Inizialmente il film riservava uno spazio ben più ampio alla questione degli abusi nella Chiesa, – rivela il regista Fernando Meirelles – ma ne risultava troppo sbilanciato. Ciò su cui invece volevamo concentrarci era il rapporto fra i due Papi, due uomini profondamente diversi per indole ed idee, che si aprono alla stima e all’amicizia“.
“Il legame che si è creato tra me e Anthony Hopkins per certi versi è stato molto simile a quello che nel film nasce tra i due Papi – dice Jonathan Pryce – Siamo partiti con una sorta di reciproca diffidenza, come due cani che si annusano prima di entrare in contatto. Poi il nostro rapporto è cresciuto, fino a sfociare in una bella amicizia”.
I due attori regalano delle interpretazioni straordinarie per intensità e misura, supportati dalla finezza di dialoghi costellati spesso di irresistibile humour.
“Mi sembra di essermi preparato da sempre al ruolo di Bergoglio. – dice Jonathan Pryce – La nostra somiglianza è un dato oggettivo, ma a lui mi sento vicino anche dal punto di vista ideologico. È infatti il primo Papa a cui ho prestato attenzione, quello che mi sembrava avesse davvero qualcosa da dire a chi, come me, è sensibile ai problemi del mondo. L’ho sempre visto come un leader politico più che come un religioso, condividendo il suo appello al cambiamento, alla salvaguardia dell’ambiente, all’idea francescana di economia. Lo rispetto molto come persona e lo trovo di grande ispirazione, nonostante penso che nella Chiesa ci siano ancora tante cose da cambiare“.
Il film sceglie, inoltre, di concentrarsi sul percorso evolutivo di Bergoglio, raccontando, attraverso dei flashback in bianco e nero, il suo passato durante la dittatura di Videla, di cui ancora cova un percepibile senso di colpa.
“Ciò che raccontiamo è il frutto di un grande lavoro di ricerca – dice Fernando Mereilles – Non è stato difficile reperire informazioni sull’attività di Bergoglio durante gli anni della dittatura, anzi ho avuto modo di parlare proprio con chi ha lavorato a stretto contatto con lui. A tal proposito, mi ha sorpreso molto sapere che la sua immagine agli occhi della gente era molto diversa da quella che ha oggi. Infatti, pare non piacesse molto come cardinale, perché era serioso e scostante. Tanto che quando si è mostrato sorridente alla folla nel giorno della sua elezione, quelle persone quasi stentavano a riconoscerlo. Personalmente, l’ho sempre visto come una popstar e ammiro molto il modo con cui parla alla gente e affronta i problemi più urgenti del nostro oggi“.
I due Papi ha ottenuto ben 4 candidature ai Golden Globes 2020: i due interpreti, lo sceneggiatore Anthony McCarten e il miglior film drammatico.
Alberto Leali