Una ricca collezione di calchi in gesso, frutto della collaborazione scientifica tra Accademia di Francia e Museo del Louvre
Dall’8 novembre al 1° marzo 2020, Villa Medici ospita la mostra Un’Antichità moderna a cura di Jean-Luc Martinez e Elisabeth Le Breton e in collaborazione con il Museo del Louvre.
Pensata intorno all’idea dell’appropriazione dell’Antichità romana classica in Francia, epicentro della sua diffusione, l’Accademia di Francia a Roma fu fondata nel 1666 da Colbert, grande servitore di Luigi XIV.
L’Accademia di Francia a Roma ha ospitato, fin dai suoi esordi, una collezione di calchi, per sua natura imparentata con le collezioni reali francesi, presentate nella Sala reale delle Antichità e all’Accademia reale di pittura e scultura del Louvre.
Negli ultimi cinque anni, il Museo del Louvre e l’Accademia di Francia a Roma hanno creato un partenariato di ricerca e studio. Supportate dalle rispettive collezioni e dai risultati di vaste campagne di restauro, le due istituzioni sono ora in grado di presentare quattro secoli di acquisizioni, dalla creazione dell’Accademia nel XVII secolo sino ai nostri giorni e scrivere bellissime pagine sulla trasmissione di idee e sulla creazione francese.
Articolato in senso cronologico, dal XVI al XXI secolo, il percorso espositivo di Un’Antichità moderna sviluppa dapprima il tema dell’influenza della Grecia classica su Roma e poi l’influsso della statuaria romana sull’arte francese.
Il progetto, che l’Accademia ha realizzato in collaborazione con il Museo del Louvre, punta a valorizzare i calchi in gesso di opere d’arte della Grecia classica ed ellenistica, oggi scomparse e riesumate dalla Roma Imperiale e in seguito riscoperte a Roma nel Rinascimento, che la Francia decise di realizzare a partire dal XVII secolo (dal momento che le statue in marmo non si potevano spostare in ottemperanza alle leggi pontificie) per rievocare tutta l’armoniosa perfezione del mondo antico.
Un’Antichità moderna presenta, così, 87 opere in gesso, provenienti dalle gipsoteche di Villa Medici e del Louvre, ma anche da istituzioni come il Museo dell’arte classica dell’Università La Sapienza di Roma, gli Ateliers d’Art della Réunion des Monuments Nationaux del Grand Palais, la Cité de la Céramique Sèvres et Limoges e la Biblioteca Nazionale di Francia.
Tra le splendide opere esposte, un Torso del Nilo 1584, un’Amazzone ferita del XVII secolo, i Lottatori Medici del 1666-73, Pan e Olimpo del 1684, il “fils gisant” del XVI secolo e i Niobidi del 1686.