Ispirato al capolavoro di Brecht, lo spettacolo andrà in scena dal 29 ottobre al 10 novembre
Monica Guerritore sul palcoscenico del Teatro Quirino di Roma con L’anima buona di Sezuan, ispirato al capolavoro del drammaturgo tedesco Bertolt Brecht.
Lo spettacolo, un omaggio al grande regista teatrale Giorgio Strehler, con cui la Guerritore ha esordito giovanissima a teatro, andrà in scena dal 29 ottobre al 1o novembre.
Monica Guerritore non vestirà solo il ruolo di interprete, ma anche di regista. Con lei sul palco Matteo Cirillo, Alessandro Di Somma, Vincenzo Gambino, Nicolò Giacalone, Francesco Godina, Diego Migeni e Lucilla Minnino.
Scene da un’idea di Luciano Damiani, disegno luci di Pietro Sperduti, costumi di Valter Azzini, direttore dell’allestimento Andrea Sorbera, collaborazione musicale Paolo Danieli.
TRAMA
Nella capitale della provincia cinese del Sezuan giungono tre dèi alla ricerca di qualche anima buona e ne trovano solo una nella prostituta Shen Te, che accorda loro ricovero per la notte. Il compenso per tale atto di bontà è una tonda sommetta, mille dollari d’argento, ossia, per Shen Te, la possibilità di vivere bene. Ma il compenso è accompagnato dal comandamento di continuare a praticare la bontà. La povera Shen Te apre una tabaccheria e si trova subito addosso uno sciame di parassiti, falsi e veri parenti bisognosi, esigenti fino alla ferocia, da cui
Shen Te è costretta a difendersi. Per farlo, una notte, si traveste da cugino cattivo e spietato con tutti. A complicare la situazione però interviene l’amore…
NOTE DI REGIA di Monica Guerritore
Ne L’Anima Buona di Sezuan c’è un piccolo popolo di abitanti che è tutti i luoghi del mondo: essi appaiono come buffi, straniti e imperiosi personaggi più veri e precisi che nel mondo reale. Nel mio spettacolo sarà forte l’influenza del mio Maestro. Nell’Anima Buona c’è tutta la tenerezza e l’amore per gli esseri umani costretti dalla povertà e dalla sofferenza a divorarsi gli uni con gli altri, ma sempre raccontati con lo sguardo tenero di chi comprende.
In questi anni durissimi solo il teatro può raccontarci dal di dentro, rendendoci consapevoli delle maschere ringhianti che stiamo diventando.
Mettere in scena la meravigliosa parabola di Brecht risponde alla missione civile e politica del mio mestiere. Teatro civile, politico, di poesia.