È un film garbato, emozionante e riuscito “Tutto quello che vuoi” di Francesco Bruni, che dopo “Scialla” e “Noi 4” azzecca il suo film migliore.
Merito è della validissima sceneggiatura, che costruisce un convincente incontro fra generazioni affidandosi a dialoghi pimpanti, a soluzioni narrative non banali e soprattutto ad interpreti giusti e perfettamente calati nei loro ruoli.
Lo scapestrato ventiduenne romano Alessandro (Andrea Carpenzano) è costretto a far da ‘badante’ all’anziano poeta Giorgio (Giuliano Montaldo), con cui inaspettatamente instaurerà una splendida amicizia e grazie al quale vivrà un’avventura che cambierà il suo modo di vivere la vita.
Se è difficile scindere i giovani e bravissimi attori/ragazzi dai loro personaggi (Andrea Carpenzano in primis), mirabile è l’interpretazione di un grande Giuliano Montaldo, che ci regala un Giorgio carico di umanità, tenerezza, umiltà, smarrimento e dolcezza.
E così l’anziano poeta e reduce della Seconda Guerra Mondiale, grazie alle sue reminiscenze sfocate a causa della malattia e del dolore, trasforma la vita del suo giovane ‘badante’ scapestrato e dei suoi amici in un’avventura indimenticabile.
L’uomo diventa infatti il veicolo tramite cui due generazioni lontane, e che apparentemente non hanno nulla da condividere, si ritrovano a contatto imparando l’una dall’altra.
Ed anche il film può piacere sia ai giovani che ai meno giovani, grazie alla sua capacità di far ridere, riflettere, commuovere attraverso la magia e la poesia del quotidiano e dei rapporti umani.
E se alcuni passaggi narrativi non sempre convincono (i graffiti sul muro, la ricerca del tesoro e il finale un po’ telefonato), si tratta di difetti di poco conto in un film sincero ed empatico, scaltro e sensibile, che unisce l’alto e il basso, il colto e il popolaresco, i cliché e l’innovazione, il cinema d’oro del nostro passato e quello indie di matrice statunitense.
“Tutto quello che vuoi” è al cinema dall’11 maggio 2017 con 01 Distribution.
Alberto Leali