Sylvester Stallone torna nei panni di uno degli antieroi più famosi del cinema. In sala dal 26 settembre con Notorious Pictures
Angosciante, disperato, crepuscolare, il canto del cigno di un’icona degli 80’s è esattamente quello che i fan si aspettavano.
John Rambo stavolta torna in azione per colei che considera una figlia, Gabrielle, rapita dai garanti di un cartello messicano e ultimo spiraglio di luce di un’esistenza segnata dal dolore e dalla morte.
Nonostante la vita tranquilla in un ranch dell’Arizona, Rambo non ha superato i traumi del passato e i tunnel che ha costruito sotto la sua terra dimostrano che in fondo non ha mai abbassato la guardia.
Prima della violentissima e attesissima carneficina finale, infatti, il nostro eroe si renderà conto che il mondo non è affatto cambiato, ma è ancora più crudele di prima.
Questo quinto capitolo cerca, però, di dare alla vendetta di Rambo quella chiusa epica e lirica che Sly ha recentemente regalato al suo Rocky Balboa.
Stallone interpreta con intensità le contraddizioni e la doppia anima del suo personaggio: da una parte l’uomo civilizzato che è a suo agio solo nel silenzio e tra i suoi animali e dall’altra l’ex cacciatore di teste che per tutta la vita ha seminato morte e che aspetta in fondo solo un motivo per rifarlo.
Rambo – Last Blood mette in scena il suo grido di dolore, la disperazione per il fallimento di un’America mossa solo dall’odio e dal male, che ha dimenticato il valore della bellezza e della purezza.
Seppur penalizzato da una sceneggiatura derivativa e poco approfondita e dalla regia non sempre memorabile di Adrian Grunberg, il film è coinvolgente e trova riscatto nella mezz’ora finale, liberatoria e ultra-splatter.
Certo, i tunnel pieni di trappole mortali, con Rambo che gioca con i suoi nemici al gatto col topo non rappresentano nulla di cinematograficamente nuovo, ma restano un must see per tutti i fan di uno degli antieroi più famosi del cinema.
Alberto Leali