Lo spettacolo è la trasposizione teatrale del capolavoro di Eric-Emmanuel Schmitt, in scena dall’1 al 13 ottobre
Piccoli crimini coniugali è un sottile, brillante gioco al massacro a due voci inventato dal drammaturgo più amato d’Oltralpe, Eric-Emmanuel Schmitt, e interpretato da due assi del palcoscenico come Michele Placido e Anna Bonaiuto. Placido ne firma anche la regia, dopo il successo di Sei personaggi in cerca d’autore.
TRAMA
Sull’altalena del matrimonio, fra impercettibili slittamenti del cuore e tradimenti conclamati, si consuma la vita dei due protagonisti. Marco e Lisa, una coppia come tante. Da ormai quindici anni si trovano a vivere un, apparentemente, tranquillo ménage familiare. Lui, scrittore di gialli, in realtà non è un grande fautore della vita a due, convinto che si tratti di un’associazione a delinquere finalizzata alla distruzione del compagno/a. Lei, moglie fedele, è invece molto innamorata e timorosa di perdere il marito, magari sedotto da una donna più giovane.
Un piccolo incidente domestico, in cui Marco, pur mantenendo intatte le proprie facoltà intellettuali, perde completamente la memoria, diventa la causa scatenante di un sottile e distruttivo gioco al massacro. I tentativi di Lisa di aiutare il compagno a riappropriarsi della sua identità e del loro vissuto comune diventano un percorso bizzarro, divertente e doloroso, che conferma il sospetto di molti che anche la coppia più affiatata non è che una coppia di estranei.
Marco e Lisa avranno un bel da fare per cancellare l’immagine di sé che ciascuno ha dell’altro, attraverso rivelazioni sorprendenti, scoperte sospettate, ma sempre taciute, rancori, gelosie, fraintendimenti mai chiariti, in una lotta senza esclusioni di colpi, sostenuta, per fortuna loro, da una grande attrazione fisica che li tiene avvinti.
RECENSIONE a cura di Alberto Leali
E’ un teatro di parola intimo e crudele quello di Piccoli crimini coniugali: il racconto dell’amore per come non dovrebbe essere, ma per come spesso finisce per essere.
Bugie, rancori, gelosie, sopraffazione: la lotta fra i due protagonisti si fa ancor più soffocante e feroce perché l’amore, nonostante tutto, c’è ancora, così come, in fondo, la volontà di salvarlo.
In scena, chiusi in un salotto raffinato ed elegante, Michele Placido e Anna Bonaiuto sono assolutamente perfetti: asciutto e misurato lui, intensa e multiforme lei.
Un confronto, il loro, che affascina, appassiona, sconcerta, intenerisce, ferisce. Una lotta senza esclusione di colpi, in cui non ci sono vincitori né vinti, ma solo due piccole vittime, che accettano tristemente e malinconicamente di restare insieme pur di non affrontare la solitudine e il cambiamento.
Il pubblico è posto impietosamente di fronte alle nevrosi, alle fragilità e alle tensioni che un rapporto di coppia logorato dalla routine e dalle convenzioni è in grado di generare.
La regia è lineare e dinamica, efficace nell’accompagnare il vortice di parole che i due protagonisti si scaricano addosso, con un realismo e una potenza che è raro vedere sul palcoscenico, ma molto meno nella vita.
E’ per questo che si esce dal teatro scossi e con l’amaro in bocca, ma non senza un barlume di speranza. E’ per questo che Marco e Lisa è davvero difficile toglierseli dalla testa.