Marco è un ex chef, che ha lavorato con successo a New York, ma che a causa di problemi familiari è stato costretto a rinunciare alle proprie aspirazioni e a tornare a Udine, dove lavora in fabbrica. Un tragico evento e l’incontro fortuito con Olivia, una ragazza australiana giunta a Udine per risolvere una faccenda di famiglia, gli aprono gli occhi sul futuro. È un film sentimentale delicato e raffinato ‘The space between’, opera prima della regista italo-australiana Ruth Borgobello. Illuminato dagli splendidi scorci di Udine e dagli incantevoli e sognanti paesaggi del Friuli Venezia Giulia, ben poco sfruttati in ambito cinematografico, il film ha all’attivo la notevole fotografia di Katie Milwright, sicuramente uno dei suoi aspetti più convincenti e suggestivi. Buona la prova dei due attori protagonisti, Flavio Parenti e Maeve Dermody; adeguata e affatto banale la regia della Borgobello, anche se ogni tanto cede a inserti onirici da videoclip e a uno stile un po’ troppo manierato. Il problema di ‘The space between’ è però nella scrittura, che non riesce a convincere fino in fondo. Perché se le tematiche al centro dell’opera sono interessanti pur se non originalissime (desideri irrealizzati e messi da parte, treni che passano una volta sola, imprevisti che frustrano le aspirazioni, realizzazione dei propri sogni anche a costo di importanti sacrifici), c’è la difficoltà di trattarle nel modo giusto, sfiorandole, ma non attraversandole mai fino in fondo. Inoltre, un poeticismo un po’ forzato (Rilke e la passeggiata nei luoghi delle elegie duinesi) e una ricercatezza spesso eccessiva (le sedie di Moroso, i belvedere, i negozi e gli oggetti vintage) appesantiscono il narrato e bloccano l’emozione, complice anche un ritmo non certo incalzante, specie nella parte che precede l’incontro fra i due protagonisti. C’è da dire però che la delicatezza nel tratteggiare i personaggi e i sentimenti è apprezzabile e questi innamorati inquieti in cerca del loro posto nella vita, in sintonia con il clima di incertezza emotivo e sociale che li circonda sono descritti con una certa sensibilità.
Alberto Leali