Venezia 76: la 34esima Settimana Internazionale della Critica chiude con il corto dell’autore sardo
Bonifacio Angius presenta a Venezia 76 il suo ultimo cortometraggio Destino, in cui è anche attore, sceneggiatore, montatore, produttore e autore delle musiche.
Dopo il successo del suo secondo lungometraggio, Ovunque proteggimi, Angius racconta stavolta un uomo senza qualità che si lascia sopraffare dal vuoto della sua stessa esistenza.
Sullo sfondo della sua terra, la Sardegna, Angius lascia che la paura, la superstizione e l’angoscia prendano corpo in un crescendo di emozioni pronte inesorabilmente ad esplodere.
In Destino non sei solo il regista, ma il factotum, ricoprendo molteplici ruoli. Come mai questa scelta?
E’ vero. Io nasco come attore, poi come regista e sceneggiatore: questo corto, proprio per la sua breve durata, mi ha dato la possibilità di ricoprire tutti questi ruoli insieme, cosa che sarebbe stata impossibile in lungometraggio. I miei primi passi nel cinema sono nati durante il periodo delle scuole, ora, invece, sono io a dirigere i miei attori e questo mi dà molta soddisfazione. Sono sempre alla ricerca di maestranze nuove e purtroppo in Sardegna ce ne sono poche, quindi cerco sempre giovani che mi spronino a fare del mio meglio. Ho molta fiducia in loro e non mi piace il cliché che li dipinge come degli scansafatiche. Sono stato anche io come loro, e ho conosciuto tanti ragazzi con idee brillanti e tanta voglia di fare.
Cosa ha ispirato la figura di quest’uomo senza qualità che si misura con il vuoto, l’angoscia e la superstizione?
Io sono una persona angosciata, paurosa e superstiziosa, quindi mi sono ispirato molto a me stesso: sentivo di avere il physique du rôle! La disperazione raccontata nel corto è ancestrale, esiste da sempre, un po’ come il pane. Anzi, è nata prima la disperazione del pane. La dinamica del racconto, poi, è talmente circoscritta che aveva bisogno di un mondo piccolo. Così ho scelto come scenario una frazione della mia città, a dimostrazione dell’aspetto autobiografico del film.
Nei prossimi progetti la vedremo aprirsi a nuove realtà?
Sono aperto a molti altri generi e spero di potervelo dimostrare presto. Il cinema mi piace tutto, dal noir, alla commedia, alle opere più impegnate. Nel mio cinema chi guida sono i personaggi ed io amo affidarmi a loro, di modo che lo sviluppo narrativo avvenga in itinere.
Roberto Puntato