L’ottava edizione del Premio va a Silvano Zucal con il volume Filosofia della nascita. La cerimonia di premiazione si svolgerà venerdì 19 luglio a Castegnato in provincia di Brescia
Silvano Zucal è il vincitore della VIII edizione del “Premio Internazionale di Filosofia/Filosofi lungo l’Oglio. Un libro per il presente”.
A partire dalla settima edizione, il Festival Filosofi lungo l’Oglio, ideato e diretto dalla filosofa levinasiana Francesca Nodari, ha istituito questa prestigiosa benemerenza, un riconoscimento assegnato all’opera di uno studioso che abbia elaborato, attraverso il suo pensiero, idee capaci di fornire agili strumenti per abitare la nostra contemporaneità.
Una filosofia illustre ma “viva”, ancorata al nostro presente. Il Premio è attribuito su giudizio insindacabile della Commissione giudicatrice composta dai Professori: Francesca Rigotti (Presidente), Bernhard Casper, Massimo Donà, Amos Luzzatto, Francesco Miano, Maria Rita Parsi (vice-presidente) e Francesca Nodari.
Silvano Zucal vince l’ottava edizione del Premio con il volume Filosofia della nascita, Morcelliana, Brescia 2017. Il Premio, assegnato dai giurati all’unanimità, sarà consegnato domani, venerdì 19 luglio, a Castegnato in provincia di Brescia alle ore 21.15 presso la Sala Paolo Borsellino del Centro Civico Nelson Mandela.
La cerimonia di proclamazione prevede la laudatio che sarà tenuta da Francesca Rigotti cui seguirà la allocutio di Silvano Zucal e, quindi, un suo intervento sul tema di quest’anno del Festival, “Generare”.
Silvano Zucal, originario di Romeno in provincia di Trento, si è laureato all’Università di Bologna nel 1980 (dal lavoro di tesi è nato il suo primo libro La teologia della morte in Karl Rahner, 1982). Dal 2018 è professore ordinario all’Università di Trento dove insegna Filosofia teoretica e Filosofia della religione. Tra le pubblicazioni più recenti ricordiamo: L’Angelo nel pensiero contemporaneo (2012); Preghiera e filosofia dialogica (2014); Filosofia della nascita (2017). Zucal ha inoltre curato l’edizione italiana dei testi di Emerich Coreth (Dio nel pensiero filosofico, 2004) e di molti altri fino a Hannah-Barbara Gerl-Falkovitz (Romano Guardini. La vita e l’opera, 2018). È coordinatore scientifico insieme a Michele Nicoletti dell’Opera Omnia di Romano Guardini di cui ha curato l’edizione italiana di diverse opere.
Questa la motivazione della giuria del Premio:
“Nell’essere umano c’è qualcosa di più originario della sua morte: è la sua nascita. Eppure la filosofia fu per tutta la sua lunga storia una disciplina senza nascita e senza figli. Sono state la moderna centralità del figlio, l’attenzione data alla discendenza più che all’ascendenza, a rendere possibile l’emergere della filosofia della nascita? E come si pone questo pensiero rispetto alla filosofia della morte, dominante al punto tale che il più celebre sillogismo del pensiero occidentale definisce l’uomo, Socrate, gli uomini tutti, «mortali»?
In questo corposo, esauriente e magnifico studio Silvano Zucal, docente di Filosofia all’Università di Trento, conduce una fine analisi del momento del cambio di paradigma. Del passaggio cioè, nel corso del Novecento, dello statuto esistenziale dell’uomo come «essere-per-la-morte» dominante nel pensiero greco e per gran parte del periodo successivo, a quello di «essere-per-la-nascita». Siamo debitori della svolta, impostasi nonostante formidabili ostacoli, nei confronti di alcuni autori specifici, soprattutto Hannah Arendt e María Zambrano, donne dunque, benché entrambe «senza figli»; ma anche di uomini, e tra di essi, più che di ogni altro, Peter Sloterdijk, che invece una figlia ce l’ha. Autore per altri aspetti controverso, Sloterdijk ha dedicato grande attenzione teoretica al tema della nascita, a quella strana cosa che è l’inizio, che già tanto aveva stupito Agostino: il fulmine che illumina la radura dei venuti al mondo, gli uomini in quanto gebürtlich, natali, non più soltanto sterblich, mortali. Ma a opporre all’oblio della nascita la capacità umana di «essere un inizio» furono in primo luogo sia l’ebrea tedesca poi apolide poi statunitense Hannah Arendt, che più di ogni altro ha nobilitato la nascita quale categoria umana fondamentale; sia María Zambrano, spagnola costretta dalle condizioni politiche a una vita di esilio. E fu proprio l’esilio che la portò a pensare filosoficamente il nascere e il suo concetto gemello di disnascere, come se l’esiliato dovesse disfare la propria nascita per riuscire a dar luogo a un nuovo e iniziale stato nascente. Si tratta, pertanto, di un testo che per la sua originalità, il rigore scientifico e lo scavo teoretico offre degli strumenti essenziali per interpretare e abitare il nostro presente.”
Il Festival Filosofi lungo l’Oglio è stato insignito per il quarto anno consecutivo della prestigiosa medaglia del Presidente della Repubblica ed è l’unico festival di filosofia ad aver ricevuto per il terzo biennio consecutivo il marchio europeo Effe Label 2019-2020, progetto promosso dalla Commissione Europea e realizzato da Efa, Associazione dei Festival Europei per premiare l’impegno artistico e la capacità di coinvolgere le comunità locali che guardano all’Europa.