A distanza di qualche giorno dall’ultima replica al Teatro Eliseo, che è anche produttore dello spettacolo, ‘Rosalind Franklin. Il segreto della vita’ sbarca al Teatro di Tor Bella Monaca fino al 23 aprile. In scena, la vita e l’opera della grande scienziata inglese, morta nel 1962 a soli 37 anni, interpretata con impegno e convinzione da Asia Argento, che per la prima volta calca il palcoscenico. Rosalind Franklin è stata la prima donna a fotografare con chiarezza la doppia elica del Dna, grazie alle immagini di diffrazione a raggi X: una conquista fondamentale per l’intera umanità, ma mai riconosciutale in vita, in quanto in parte “rubata” dai suoi collaboratori Francis Crick e James Watson, vincitori del Nobel per la medicina poco prima della sua morte. Una donna rivoluzionaria per la sua epoca: stacanovista, forte, meticolosa, capace di far crollare ogni pregiudizio maschilista dei suoi colleghi. Una vicenda complessa, quella della scoperta della doppia elica del Dna e del ruolo di Rosalind Franklin, che la pièce di Anna Ziegler, da cui il nostro spettacolo è tratto, ricostruisce nella sostanza, pur con qualche ovvia libertà narrativa. La Franklin della Argento è una donna austera e severa, una “dark lady” coriacea che si muove in un mondo di uomini che professionalmente la intralciano più che darle aiuto e che non riescono ad avvicinarsi a lei pur volendolo (i continui battibecchi con Filippo Dini provocano spesso il sorriso degli spettatori). E proprio Filippo Dini, anche regista dello spettacolo, è bravissimo nell’interpretare il Professor Maurice Wilkins del King’s Laboratory di Londra e i sentimenti contrastanti che lo legano alla personalità e al ruolo professionale della Franklin; riuscita anche l’interpretazione, nel ruolo dell’assistente di Rosalind, Ray Gosling, del brillante Giulio Della Monica. I rivali di Cambridge, Don Caspar (Alessandro Tedeschi) e Francis Crick (Paolo Zuccari) sono simpaticamente e ironicamente caratterizzati; mentre il ruolo di James Watson che si innamora di Rosalind e la assiste durante la malattia che la condurrà alla morte è affidato al bravo Dario Iubatti. Sono uomini descritti come deboli, vigliacchi e persino disonesti quelli di “Rosalind Franklin”, che si contrappongono alla serietà, alla caparbietà e al coraggio dell’unica donna in scena, destinata purtroppo a un triste oblio che affosserà il ruolo di primo piano che ha avuto nella storia della scienza e che il nostro spettacolo intende in tutti i modi riscattare. Multiforme, agile ed innovativa la scenografia di Laura Bensi, che è sicuramente uno dei punti di maggiore forza dello spettacolo; efficace e dinamica la regia di Dini, che riesce a conferire un afflato e delle atmosfere cinematografiche a un lavoro che avrebbe potuto peccare di eccessiva staticità. E invece sul palco si alternano ogni volta posti e situazioni diversi, attraverso il fiume costante di battute dei vari personaggi che enunciano brechtianamente tempo e luogo di ciò che sta accadendo, ricoprendo un arco temporale di 7 anni. A completare il notevole quadro tecnico sono poi da segnalare l’ampio e suggestivo uso scenico di proiezioni e innesti visivi firmati da Claudio Cianfoni.
Alberto Leali