La talentuosa regista di La ciénaga, La niña santa e Zama presiederà la Giuria internazionale del Concorso
Sarà la regista argentina Lucrecia Martel a presiedere la Giuria internazionale del Concorso della 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (28 agosto – 7 settembre 2019), che assegnerà il Leone d’oro per il miglior film e gli altri premi ufficiali.
La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, che ha fatto propria la proposta del direttore della Mostra Alberto Barbera.
“Quattro lungometraggi e una manciata di corti, in poco meno di vent’anni, sono bastati a fare di Lucrecia Martel la più importante regista latino americana, e una delle maggiori al mondo – rimarca Barbera -. Nei suoi film, l’originalità della ricerca stilistica e il rigore della messa in scena sono al servizio di una visione del mondo esente da compromessi, dedita all’esplorazione dei misteri della sessualità femminile, delle dinamiche di gruppo e di classe. Le siamo grati per aver accettato con entusiasmo di mettere il suo sguardo esigente ma tutt’altro che privo di umanità al servizio dell’impegno che le viene richiesto”.
Lucrecia Martel ha debuttato col suo primo lungometraggio, “La ciénaga“, nel 2001, acclamato dalla critica e vincitore di diversi riconoscimenti a livello internazionale, seguito da “La niña santa” nel 2004 e da “La mujer sin cabeza” nel 2008, entrambi presentati a Cannes.
Il suo quarto film, “Zama”, un’esplorazione del colonialismo e del razzismo nell’America latina, è stato presentato in prima mondiale alla Mostra di Venezia 2017.
Retrospettive del suo lavoro sono state proiettate in molte istituzioni culturali e artistiche quali Harvard, MoMA, Lincoln Center, Cambridge e Tate Museum di Londra, insieme a una serie di masterclass sul suono e la narrazione che la regista ha tenuto nel mondo.
Inoltre, Lucrecia Martel ha mostrato interesse per altri linguaggi artistici oltre al cinema. La sua ultima collaborazione è stata con Björk, con la direzione del suo concerto Cornucopia allo Shed, considerato il più raffinato show dell’artista islandese a oggi.