Diretto dall’esordiente Massimo Coglitore, The Elevator è un’opera curiosa, in primo luogo perché è stata girata nell’ormai lontano 2013 da creatività tutte italiane (la sceneggiatura è di Mauro Graiani e Riccardo Irrera), ma con un pregevole cast di lingua inglese e un’ambientazione newyorkese.
All’interno dell’ascensore di un grattacielo una donna misteriosa (Caroline Goodall) immobilizza un uomo. Si tratta del cinico Jack Tramell (James Parks), presentatore di un quiz serale di successo. La donna è disposta a tutto pur di fargli confessare la verità su certi fatti che la riguardano da vicino. Jack diventa così ostaggio e “concorrente” del sadico quiz condotto dalla donna. Il confronto fra i due si farà sempre più serrato e la verità gradualmente verrà a galla.
Il film di Coglitore si prende il rischio di scegliere un luogo ricorrente nel cinema di genere, l’ascensore, e di chiudervi all’interno due personaggi alle prese con i propri segreti.
Vittima e carnefice (chi è uno e chi è l’altro?), messi faccia a faccia dinanzi alle proprie colpe, alle proprie responsabilità, alle conseguenze delle proprie azioni.
La vicenda – sembrerà paradossale – è ispirata ad un’agghiacciante storia vera avvenuta in Brasile e tratta tematiche scottanti come il traffico di organi umani, il dolore della perdita, la vendetta, l’egoismo dell’America capitalista.
The Elevator punta tutto sul confronto ravvicinato tra i protagonisti e soprattutto sulla bravura degli attori che li interpretano: la Caroline Goodall di Cliffhanger e Schindler’s List e il James Parks amato da Tarantino, accompagnati, specie nel finale, dal Burt Young di Rocky e C’era una volta in America.
Girato in sole quattro settimane, The Elevator è un’opera piccola (nel budget), che dimostra, però, una certa ambizione nell’intento di rilanciare il cinema di genere nel panorama italiano, ancora piuttosto restio ad abbandonare la propria comfort zone.
The Elevator sarà al cinema da giovedì 20 giugno distribuito da Europictures.
Alberto Leali