Trecase (Napoli). Massimo Della Bozza (Giovanni Scifoni) è un aspirante scrittore costretto a far da portaborse al politico locale Achille Alfresco (Daniele Monterosi), prossimo al matrimonio con la sua ex fidanzata Elena (Enrica Guidi), erede di una multinazionale di profilattici. Achille ha fondato un partito denominato Mò Vi Mento “Lira di Achille” che ha come obiettivo dichiarato quello di far uscire l’Italia dall’euro. Ad appoggiarlo, ci sono il sindaco di Trecase, Michele (Andrea Roncato), nonché la matrigna e la sorellastra di Elena (Antonella Stefanucci e Benedetta Valanzano), private dell’eredità dopo la morte del patriarca che ha lasciato tutto alla figlia.
Mò Vi Mento – Lira di Achille, scritto e diretto da Stefania Capobianco e Francesco Gagliardi, è una commedia corale che fa leva sull’attualità, per far riflettere, ma soprattutto sorridere, sulla realtà politica di oggi e non solo.
Se non è un caso che il film esca in prossimità delle elezioni europee, Capobianco e Gagliardi lo hanno però scritto prima della salita al potere dell’attuale governo Lega – 5 Stelle, di cui il protagonista Achille ricorda le posizioni sovraniste.
La sceneggiatura, inoltre, ha richiamato anche l’Armando Curcio Editore, che l’ha selezionata per la pubblicazione di un libro omonimo scritto da Gagliardi, in edicola da aprile.
Il film punta molto sui giochi di parole, a cominciare dal titolo, dalle battute e dai nomi dei personaggi, ma soprattutto sulla girandola di bugie che coinvolge le loro cialtronesche vicende.
Tutti i protagonisti di Mò Vi Mento infatti si presentano in maniera opposta rispetto a come sono davvero, mossi dai fini più disparati e invischiati nelle situazioni più bizzarre e surreali. Tutti tranne uno, che paradossalmente appartiene proprio al mondo politico: Achille, infatti, già attraverso il nome del suo partito chiarisce non troppo velatamente le proprie finalità.
Le plurime trame e sottotrame del film coinvolgono una folta galleria di personaggi, che, oltre ai già citati, comprende: una vicina di Massimo ai limiti della ninfomania (Deborah Eliana Rinaldi), il nuovo compagno della matrigna di Elena costretto a improvvisarsi killer (Adolfo Margiotta), una segretaria interessata più ai centri commerciali che alle bellezze campane (Barbara Bacci), un gruppo di malviventi capitanati da un boss guercio (Tony Sperandeo) e una triade cinese (di cui fa parte il camaleontico Shi Yang Shi) che fa causa ad Elena perché il sindaco di Pechino ha messo incinta la sua segretaria per colpa di un preservativo difettoso prodotto dalla sua azienda.
Mò Vi Mento si diverte ad affastellare situazioni e generi (mafia movie, love story, demenziale, affresco politico e sociale) all’insegna del politically incorrect e di una comicità costantemente sopra le righe, pur se non sempre ficcante.
Miglior lungometraggio alla 72a edizione del Festival Internazionale del Cinema di Salerno, è consigliabile a chi vuol trascorrere una serata in assoluta leggerezza. Al cinema dal 16 maggio distribuito da Europictures.
Alberto Leali