Anni ’70. Anna Tate-Garcia (Linda Cardellini) è un’assistente sociale vedova che deve crescere da sola i due figli Chris e Samantha. Quando cerca di aiutare la messicana Patricia Alvarez (Patricia Velasquez) e risolvere un presunto caso di abuso domestico, deve scontrarsi con qualcosa di sovrannaturale: la Llorona. Lo spirito maligno inizia, infatti, a dare la caccia ai suoi figli e ad Anna non resta che combattere per difenderli, aiutata da un curadero, l’ex prete Rafael Olvera (Raymond Cruz), capace di riti sciamanici.
Proseguono i film del prolifico franchise legato a The Conjuring: stavolta tocca a La Llorona – Le lacrime del male diretto da Michael Chaves, che si ricollega ad Annabelle di John R. Leonetti del 2014 attraverso il personaggio di Padre Perez (Tony Amendola).
Chaves sfrutta gli stilemi collaudati del genere, non brillando certo per estro creativo, ma riuscendo comunque a coinvolgere grazie a tensione e atmosfere.
Lo spirito maligno che dà il titolo alla pellicola è, infatti, al centro di un’intrigante leggenda popolare nota nel Centro e Sud America, legata a una donna che, in un impeto di rabbia e gelosia per il tradimento del marito, affogò i due figli per poi essere divorata per l’eternità dal rimorso, vagando in cerca di bambini che prendessero il posto dei suoi.
La demoniaca presenza, che insidierà ovviamente la casa della protagonista (Linda Cardellini), sarà combattuta non solo da quest’ultima, ma anche da un esorcista sui generis in versione ispanico-sciamanica (Raymond Cruz).
In La Llorona non mancano i classici marchi di fabbrica della saga di James Wan: jumpscare, porte che vibrano, luci che saltano, urla e lamenti, corpi scaraventati sulle pareti, presenze dolenti e mostruose.
Se nulla di nuovo emerge in riferimento a temi e struttura narrativa, l’horror di Chaves riesce ad essere comunque efficace, non annoiando un solo secondo e non tradendo le aspettative di chi cerca brividi e intrattenimento.
Nelle sale italiane dal 18 aprile distribuito da Warner Bros.
Alberto Leali