Amadeus (Nick Nolte) è malato di Alzheimer e dopo essere rimasto vedovo viene invitato dal figlio Nick (Matt Dillon) a trasferirsi da lui a Londra, dove vive con la moglie Sarah (Emily Mortimer), con cui condivide un passato di tradimenti, e la figlioletta di 10 anni, Tilda (Sophia Lane Nolte). Quando Amadeus, il cui stato di salute peggiora di giorno in giorno in seguito alla malattia, esprime il desiderio di rivisitare i luoghi dei suoi ricordi più belli, la nipotina, con cui ha un legame bellissimo, prende la decisione di accompagnarlo in un imprevedibile viaggio a Venezia.
Remake del tedesco Honig im Kopf, sempre diretto dal regista Til Schweiger, noto soprattutto per aver interpretato Cynric nel film King Arthur e Hugo Stiglitz in Bastardi senza gloria di Tarantino, Un viaggio indimenticabile ha nei suoi quattro interpreti, e soprattutto nei duetti fra Nick Nolte e sua figlia Sophia Lane, il principale motivo di interesse.
Nolte è, infatti, bravo nel vestire i panni di un uomo carismatico, schietto e vitale, che deve fare i conti con i primi segni di una malattia impietosa, che tende a trasformare chi ne è affetto. In particolare, toccanti sono i momenti in cui Amadeus prende piena coscienza del suo male e si abbandona a improvvisi momenti di sconforto o a gesti di profonda tenerezza verso l’affettuosa nipotina Tilda.
Ottimamente interpretata da Sophia Lane Nolte, che riesce in più occasioni a rubare la scena agli attori adulti, la bimba si dimostra l’unica in grado di saper stare accanto al nonno in quel momento così difficile; è lei che ha il coraggio di realizzare il suo grande desiderio, sconvolgendo, al contempo, in positivo le vite di tutti i componenti della sua famiglia.
La seconda parte del film, infatti, vede nonno e nipote alle prese con un’avventura folle e terapeutica per entrambi, mentre i personaggi di Dillon e Mortimer ricompongono, proprio grazie a quel viaggio, l’equilibrio di una coppia segnata dai rancori.
Se Matt Dillon è stavolta alle prese con un ruolo più intimo, Emily Mortimer si dimostra perfettamente a suo agio nei panni di una donna sull’orlo di una crisi di nervi, che utilizza il lavoro come scudo contro i problemi che affliggono la sua vita e che non ha il coraggio di affrontare.
Il delicato tema dell’Alzheimer, non certo nuovo al cinema, è trattato qui con sensibilità e dolcezza, facendo emergere l’importanza degli affetti familiari e il bisogno di non chiudersi alla vita, cogliendone gli attimi più belli.
Un viaggio indimenticabile è infatti un film solare e pieno di vita, non privo di momenti di comicità tout court, che seppur non particolarmente felici, è piuttosto raro trovare in contesti simili.
Nonostante la costante ricerca della lacrima facile e un plot, che soprattutto nella seconda parte, non brilla certo per verosimiglianza, Un viaggio indimenticabile raggiunge il suo scopo: quello di toccare il cuore dello spettatore con una vicenda tutta buoni sentimenti, dal messaggio semplice e positivo.
Certo, una minore durata (139′ sono davvero troppi) avrebbe giovato, ma chi cerca un film non troppo impegnato che faccia anche versare qualche lacrimuccia, gradirà sicuramente. Al cinema dal 21 marzo distribuito da Warner Bros. Pictures.
Alberto Leali