Earl Stone (Clint Eastwood) è un ottantenne rimasto solo e al verde, costretto ad affrontare la chiusura anticipata della sua impresa. Un giorno, però, gli viene offerto un lavoro per cui è richiesta la sola abilità di saper guidare un’automobile. Earl diventa, così, un corriere della droga di un cartello messicano e dimostra di avere anche un particolare talento, che porta i suoi carichi a divenire sempre più massicci. Sulle sue tracce, però, si mettono l’agente della DEA Colin Bates (Bradley Cooper) e il suo collega Trevino (Michael Peña).
Basato sulla storia vera di Leo Sharp, un veterano della seconda guerra mondiale che negli anni ’80 divenne uno spacciatore di droga e corriere per il cartello di Sinaloa, Il corriere – The Mule segna il ritorno del grande Clint con un film che lo riporta nella sua comfort zone.
Il regista americano non firma infatti solo la regia, ma veste anche i panni di un vecchio contadino burbero, razzista e cocciuto, che ricorda spesso il personaggio ruvido ma generoso interpretato in Gran Torino. Con una fortissima adesione fisica e psicologica, Eastwood dipinge, così, un personaggio perfettamente nelle sue corde, irresistibile per quel suo modo di non adeguarsi alla morale comune e al politically correct, ma di dire sempre quello che pensa, pur se sconveniente. Non a caso, lo sceneggiatore di Il corriere – The Mule è proprio quello del capolavoro del 2008, Nick Schenk, che rielabora per il grande schermo una storia presa dal New York Times.
E con quel film The Mule ha anche in comune la sorprendente capacità di mescolare dramma e commedia, amarezza e divertimento, intrattenimento e riflessione: il risultato è uno splendido ibrido che brilla grazie a una sceneggiatura intelligente e perfettamente calibrata.
Il film non giudica severamente il personaggio di Earl, come sarebbe invece facile aspettarsi, ma disegna il ritratto di un uomo che di errori ne ha fatti tanti e cova non pochi rimpianti, sottolineandone, però, la volontà di riscatto verso una famiglia che ha sacrificato all’edonismo e al successo personale. Perché ciò che fa sì che i più bei lavori di Eastwood regista tocchino il cuore è proprio la necessità del protagonista di fare una scelta, che è allo stesso tempo un’assunzione di responsabilità e un ricongiungimento.
In The Mule, Eastwood si trova inoltre alla prima collaborazione con il direttore della fotografia canadese Yves Belanger, che ha lavorato con Xavier Dolan e che sostituisce il fido Tom Stern; una novità anche la colonna sonora, firmata dal grande jazzista di origine cubana Arturo Sandoval. Ma l’ultima fatica di Clint deve la sua riuscita anche ad un cast di ottimi attori, a cominciare da Bradley Cooper, ritrovato dopo American Sniper, e ad un’adorabile Dianne Wiest, nel ruolo dell’ex moglie ferita e ancora innamorata.
Rappresenterà Il corriere – The Mule il canto del cigno del grande attore e regista, quel testamento metaforico così spesso annunciato? Con Eastwood è difficile dirlo, e il bello è proprio questo! Al cinema dal 7 febbraio con Warner Bros. Pictures.
Alberto Leali