Sono numerosi i lungometraggi nella storia del cinema dedicati a Maria Stuarda, tra cui il più celebre del ’36 diretto da John Ford e interpretato da Katharine Hepburn, o quello del ’72 con protagonista Vanessa Redgrave.
Tocca adesso a Maria Regina di Scozia, debutto cinematografico della regista teatrale e direttrice del Donmar Warehouse di Londra, Josie Rourke, raccontare più che la vita della sovrana cattolica, una delle rivalità più celebri del Regno Unito.
Maria Regina di Scozia è infatti un (melo)dramma in costume, scritto da Beau Willimon (produttore di House of Cards) e basato sulla biografia Queen of Scots: The True Life of Mary Stuart di John Guy, che narra, in chiave inedita e progressista, il rapporto fra le due sovrane Maria Stuarda ed Elisabetta I, che i libri di storia ci hanno sempre presentato come acerrime nemiche in lotta per il trono inglese.
Josie Rourke racconta invece di una sorta di sorellanza e comunanza spirituale fra le due donne, in un mondo dominato da uomini crudeli, manipolatori ed assetati di potere. Giovani, intrepide e profondamente diverse, le due sovrane si ritrovano da sole a dover gestire il futuro di un Paese, in un periodo in cui le guerre civili imperversano per motivi religiosi e intrighi di corte.
Il film si apre con il ritorno di Maria, dopo gli anni passati in Francia e la morte del marito Francesco. Decisa a rivendicare ciò che ritiene suo, in quanto discendente degli Stuart e dotata di maggiore legittimità al trono inglese, la carismatica sovrana cerca subito un dialogo con Elisabetta, senza nascondere in alcun modo le sue intenzioni. Ma mentre la nubile Elisabetta teme un possibile matrimonio politico della cugina, che possa ulteriormente rafforzarne le istanze al trono, Maria è pronta a cedere sulle sue rivendicazioni, a patto di venir nominata erede di Elisabetta.
Sebbene non esistano testimonianze certe su un loro incontro diretto, Maria Regina di Scozia lo rende concreto, riunendo in una sequenza di grande intensità le sue due splendide eroine, fino ad allora alle prese con un braccio di ferro a distanza, in cui comunicano solo attraverso dipinti e ambasciatori.
Ne deriva un film dal taglio sensibile e femminista, illuminato dalle interpretazioni delle sempre più brave Saoirse Ronan, nel ruolo dell’eroina martire Maria Stuarda, e Margot Robbie, sottoposta ad un’evidente trasformazione fisica (naso posticcio e viso deturpato a causa del vaiolo), in quello dell’insicura e fragile Elisabetta. Se la Ronan colpisce per carisma e fascino e rappresenta indubbiamente il fulcro del film, la Robbie appare molto meno, ma riesce a risultare egualmente incisiva, facendo emergere la debolezza e i tumulti interiori della sua Elisabetta.
Il resto lo fanno i costumi sontuosi, gli intrighi e gli scandali reali e l’audace omoerotismo del personaggio di Lord Darnley interpretato da Jack Lowden. Non cercate dunque l’attendibilità storica, perché Maria Regina di Scozia non è certo privo di sviluppi romanzeschi, ma è un melodramma sentimentale coinvolgente e intrigante, che cerca di raccontare in modo diverso le grandi donne della Storia. Al cinema dal 17 gennaio distribuito da Universal Pictures.
Alberto Leali