1914. Un gruppo di giovani del Nord Europa si unisce in una comunità sull’isola di Capri per sperimentare nuove forme artistiche e comprendere la realtà che li circonda. Sull’isola abita con la sua famiglia Lucia, una capraia analfabeta che viene subito attratta dagli individui della comunità e inizia ad avvicinarvisi, mettendo in radicale discussione il modo in cui aveva fino ad allora vissuto. Al contempo sull’isola è arrivato un giovane medico, che mette la scienza e l’interventismo al primo posto e che proprio con quella comunità finirà per scontrarsi.
Conclusione di una trilogia ideale composta da Noi credevamo e Il giovane favoloso, Capri – Revolution è un racconto di formazione sospeso fra natura e progresso, incanto e contaminazione, arte e scienza.
In una Capri acerba, silente e bellissima, che attira chi ci arriva da lontano e imprigiona chi ci ha sempre vissuto, Mario Martone si serve dell’efficacissima interpretazione di Marianna Fontana, per raccontare un’anima divisa tra libertà e tradizione, passato e futuro, conoscenza e certezze.
Capri – Revolution mette in scena una rivoluzione silenziosa e tutta interiore, un innamoramento verso il sapere, che implica il raggiungimento di un’autonomia culturale spogliata di ogni inibizione sociale. Lucia, figlia di una tradizione che si fa sempre più pesante da indossare, vede in quegli uomini nudi, danzanti e connessi alla natura un mondo di opportunità fino ad allora mai nemmeno immaginato.
Emancipazione, confronto e rinascita sono dunque i confini entro cui si muove la nuova fatica di Martone, fatta di contrasti e interrogativi, ma del tutto lontana da posizioni manichee. Il regista fa sentire in lontananza l’eco della guerra vicina, ma dipinge un ritratto di donna autentico, complesso, che impara ad aprirsi al futuro, uscendo da qualsiasi tipo di gabbia ideologica.
Evocativo e contemplativo, Capri – Revolution ha i suoi punti di forza nelle fascinose scelte registiche, nelle immagini di poetico lirismo, nel racconto dell’evoluzione della protagonista e nella disputa dialettica tra il medico difensore del progresso scientifico e il leader della comune ispirato al pittore Karl Wilhelm Diefenbach. Al contempo, diverse sequenze insistite e didascaliche e la ripetitività dei rituali della comune appesantiscono l’impianto del film e abbassano il coinvolgimento emotivo dello spettatore alla rivolta interiore della protagonista.
Ciò non toglie che ci troviamo di fronte a un film ammirevole, capace di raccontare il presente attraverso la memoria e dotato di uno sguardo poetico assai raro nel nostro cinema odierno. Presentato in concorso alla 75ª Mostra del Cinema di Venezia, Capri – Revolution ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui i Premi SIAE e Pasinetti. In sala dal 20 dicembre con 01 Distribution.
Roberto Puntato