Cesare Proietti (Christian De Sica) è lo stimato direttore del Relais Colombo, hotel di lusso di Milano. L’arrivo di nuovi soci cinesi intenzionati a rivoluzionare tutto spinge l’ambiziosa figlia del proprietario (Regina Orioli), Massimo Colombo (Massimo Boldi), a licenziare proprio il direttore. Quest’ultimo, disperato per non poter più assecondare i vizi della moglie e del figlio (Lunetta Savino e Francesco Bruni), decide di travestirsi da donna per proporsi come badante proprio a Colombo, costretto su una sedia a rotelle e intento solo a correre dietro alla gonnelle. Ma l’elegante Lisa lo conquisterà e ne combinerà delle belle.
La coppia Boldi/De Sica torna insieme dopo 12 anni e il risultato è una commedia gradevole e decisamente superiore alle aspettative. Più che al cinepanettone, infatti, Amici come prima si ispira alla commedia en travesti di cui Tootsie, A qualcuno piace caldo e Mrs. Doubtfire costituiscono pilastri e paragoni imprescindibili.
Meno slapstick del solito, ma anche meno volgare e scollacciato, Amici come prima si dimostra certamente un film più articolato, con una storia a tutto tondo che non punta alla comicità tout court, ma ad un mix di risate, tenerezza e malinconia (se vi viene in mente Quasi Amici siete sulla strada giusta!).
Racconta così una vicenda di cambiamento e riscatto, di amicizia e libertà, riflettendo sulla di paura di invecchiare e di essere rottamati, ma anche sulla necessità di essere se stessi, sempre e comunque. Una commedia che appartiene più a De Sica, anche regista, che a Boldi: soggetto e sceneggiatura, inoltre, sono firmati dall’attore e regista romano assieme al team composto da Marco Martani, Edoardo Falcone e Alessandro Bardani (a cui si aggiunge Fausto Brizzi al soggetto), che lo arricchisce di citazioni e gli conferisce persino una valenza metacinematografica.
In realtà il film gioca sul sicuro, utilizzando formule narrative non nuove ma spesso efficaci, e assegnando ai due protagonisti ruoli che calzano loro a pennello: più classicamente comico quello di Boldi, più disperato e amaro quello di De Sica. Le parti più deboli sono piuttosto le gag da cinepanettone e la scelta di dipingere i personaggi femminili come totalmente negativi e privi di sfumature.
Il duo si dimostra affiatato come se non si fosse mai sciolto e il finale è un po’ un omaggio alla loro amicizia e al loro ventennale sodalizio; buoni anche i caratteristi di contorno, soprattutto gli infallibili Maurizio Casagrande e Lunetta Savino. Una curiosità: la sontuosa Villa Gernetto di Silvio Berlusconi diventa l’albergo milanese in cui si svolge buona parte del film. Dal 19 dicembre al cinema distribuito da Medusa.
Roberto Puntato