Tutti alla corte di Vittoria Schisano: dalla tv con Chiambretti al teatro con Pingitore. Dopo la Presidentessa della Repubblica delle donne, l’attrice è primadonna anche sul palcoscenico
<<La bellezza è stato un grande dono di Dio, dove non è arrivata Madre Natura ci ha pensato il mio chirurgo! Se hai una Ferrari e non fai il tagliando, sei una cinquecento vecchia>>
E’ questa Vttoria Schisano, una donna bella, intelligente, senza filtri, pungente. L’attrice, che ha raggiunto la notorietà con Matrix Chiambretti, è impegnata in questi giorni a teatro nella commedia Femmina del re del varietà Pierfrancesco Pingitore.
Vittoria, dopo Chiambretti ti troviamo al fianco di un altro maestro della risata, Pingitore. Se dovessi definire entrambi?
Sono due grandi maestri e mi vogliono molto bene. Pierfrancesco è un signore dello spettacolo e della risata, si impara davvero molto al suo fianco. Piero è molto più pungente ed è grazie a lui se oggi mi trovo nello spettacolo di Pingitore. Infatti Pierfrancesco mi vide in tv a Matrix Chiambretti e chiese a Piero se dal vivo fossi veramente così bella, così mi chiamò e ci incontrammo il 15 luglio all’Harry’s Bar di Roma. Fu un sogno per me, mi sentivo dentro “La dolce vita”; e poi vedevo sempre il Bagaglino, volevo anch’io essere una delle sue primedonne.
Da ex Presidentessa della Repubblica, pensi anche tu che se ci fossero le donne al Governo, l’Italia sarebbe un Paese migliore?
Io non ne faccio una questione di sessualità. Penso che per avere un’Italia migliore, il nostro Paese dovrebbe essere guidato da gente migliore. Sicuramente, però, noi donne abbiamo una sensibilità maggiore rispetto agli uomini, perché è la vita che ci riserva esperienze più complesse; d’altronde, anche camminare sui tacchi ti porta ad avere una prospettiva diversa, no? Io che ho affrontato entrambe le vite, da uomo e da donna, posso dire che un governo al femminile avrebbe decisamente un altro sapore.
Come vede Vittoria Schisano le donne di oggi?
Affaticate, perché in questo mondo maschilista devono avere la forza di rimanere femmine e tenere testa al maschio senza però finire per assomigliargli. Le donne hanno bisogno di sculettare, fare il ragù, camminare sui tacchi… ed essere intelligenti. Una donna, per avere gli attributi, non deve però imitare il maschio, è questo lo sbaglio che molte fanno! Una donna deve mantenere la propria femminilità, ma allo stesso tempo usare il cervello, una cosa non esclude certo l’altra.
A proposito dell’universo femminile, cosa pensi del MeToo?
Le molestie ci sono, per fare un provino non si va certo a casa di un addetto ai lavori, ma ci sono i casting. Se una donna vuole usare il proprio corpo per arrivare, lo può fare, però trovo banale che sia la prima a parlare di molestia quando non ha raggiunto lo scopo. Dobbiamo fare una differenza tra la molestia che va contro la volontà di una donna e il complimento, che invece è sempre ben accetto.
In Italia tutto viene sempre etichettato. A te è venuto difficile far capire chi è Vittoria Schisano?
E’ difficile perché ancora oggi qualche giornalista, per vendere una copia in più, anziché scrivere “l’attrice Vittoria Schisano” mi definisce una transgender, che peraltro è inesatto. Oggi infatti sono una donna a tutti gli effetti e vorrei esserlo anche per l’opinione pubblica, quindi per la stampa. Vivere in un’Italia dove tutto si etichetta è molto stupido, ma non sono certo una che le manda a dire. Nonostante mi sia raccontata nel mio primo libro e abbia lanciato il #nonchiamatemitrans, ancora oggi si fa fatica a definirmi. Per fortuna so sempre come difendermi e cosa rispondere.
Nel tuo percorso evolutivo la famiglia ti ha aiutato?
No, per niente! E’ un viaggio che va fatto da soli, perché la famiglia ti può aiutare, ma anche condizionare e ostacolare. E invece devi farlo tu, a prescindere da chi hai intorno. Per esempio, ricordo che mia sorella e mio padre sono stati più comprensivi rispetto a mia madre che si è mostrata più ostile, ma che oggi mi vede come la migliore del mondo. Le risposte che ci dobbiamo dare sono solo quelle verso noi stessi, chi abbiamo intorno ha una valenza relativa.
Che donna è Vittoria Schisano?
Molto diretta, ma anche saggia e matura. E poi sono cresciuta, per me un anno equivale a cinque. Prendo il bello della vita, raccogliendo tutto il buono che ho intorno a me, cacciando via le cose brutte che incontro per strada. Mi circondo di persone positive e quelle che non mi piacciono le evito; questo fa di me una persona serena e migliore. Quando inizio la giornata e mi guardo allo specchio mi piaccio di più, in questo modo mi pongo bene verso me stessa e verso gli altri. Mia madre dice che oggi sono più buona, mentre io mi definirei più risolta, che cambia decisamente il punto di vista!
Sei impegnata sentimentalmente? Pensi ad avere una famiglia?
Sì, sono fidanzata da un anno e mezzo, ma non lo ho ancora reso pubblico. Sono molto tradizionalista e voglio che sia lui a chiedermi di sposarmi e non viceversa, ecco perché non penso al matrimonio, ma lo spero. Il mio compagno è in fase di separazione, le cose facili non mi sono mai piaciute. Dico sempre che nella vita ci sono due possibilità: camminare in pianura o in salita. Io scelgo sempre la strada più dura, perché quando arrivi in cima hai la soddisfazione di vedere le cose dall’alto.
Sei soddisfatta della tua vita e della tua carriera?
Molto. Dal punto di vista umano ho ancora da imparare, però inizio ad essere vera, quindi libera di dire la verità. La bugia è una grande scemenza. Professionalmente ho realizzato tanto: primadonna, Playboy, Vanity Fair, un film al Festival di Venezia… Se dovessi rivelarti un mio sogno nel cassetto, ti direi Sanremo, perché sarebbe un’altra prova da primadonna e perché se una donna con una storia come la mia scende dalla quella scalinata, vuol dire che il nostro Paese è finalmente cambiato. Un traguardo, d’altronde, parte sempre da un sogno!
Prima parlavi di libri, leggevo che il tuo prossimo si intitolerà Dialogo con la mia vagina, è vero?
(ride) In realtà sì, ma ho anche in mente di fare un libro didattico, che racconti la mia storia ai bambini come una favola, perché credo che il mondo cambierà quando cambieranno i bambini e l’educazione che viene loro impartita.
Roberto Puntato