Il ruvido detective François Visconti (Vincent Cassel), dipendente dall’alcool, abbandonato dalla moglie e con un figlio sedicenne coinvolto nel traffico di droga, deve indagare sulla misteriosa scomparsa dell’adolescente Danny Arnault. Ad aiutarlo nelle indagini interverrà l’ambiguo insegnante di Danny, Yann Bellaile (Romain Duris), che pare conoscere un bel po’ di cose sul ragazzo e la sua famiglia.
Il regista francese Erick Zonca, noto per i bellissimi La vita sognata degli angeli e Il piccolo ladro, torna al cinema dopo dieci anni con Black Tide, adattamento cinematografico di un romanzo dello scrittore israeliano Dror Mishani.
Incentrato sulla scomparsa senza indizi e apparentemente immotivata del più comune degli adolescenti, Black Tide si insinua nell’oscurità di un microcosmo sonnacchioso, popolato da figure meschine e dai segreti inconfessabili.
A risolvere il caso è chiamato un ispettore che non ha nulla di eroico, ma la cui aggressività, i suoi eccessi e le sue fragilità rendono un personaggio squallido ed inquieto. A dare voce alla sua anima dilaniata è Vincent Cassel, che non tradisce la sua fama di attore duttile e appassionato, calandosi con tutto se stesso nel personaggio: la sua interpretazione, febbrile e sopra le righe, è sicuramente uno dei maggiori punti di forza della pellicola.
Ad accompagnarlo, però, c’è una squadra di insigni volti del cinema francese, a cominciare da uno straordinario Romain Duris nel ruolo dell’ambiguo insegnante-detective e Sandrine Kiberlaine in quelli della dolente madre del ragazzo scomparso.
Il racconto procede svelando gradualmente ciò che si nasconde dietro le apparenze, disegnando un inquietante ritratto di famiglia che racconta non solo la difficoltà di essere genitori e tutori dell’incolumità dei propri figli, ma anche i dolori che l’animo umano preferisce sotterrare pur di scongiurarne di peggiori.
Ma è il personaggio dell’insegnante di francese e aspirante scrittore, che ha idee molto forti su quello che potrebbe essere successo al suo ex studente, che rende davvero originale una detective story già di per sé potente per temi e disvelamento finale. Il suo contributo alla trama dimostra come la finzione sia spesso in grado di avvicinarsi alla realtà più di qualsiasi prova o indizio.
Traslocato a Parigi da Tel Aviv, Black Tide è un polar che non si perde in riflessioni metafisiche o esistenzialiste, ma che si fa forte di una trama, che pur riflettendo molti degli stilemi del genere, riesce ad essere sempre tesa e accattivante. Nelle sale italiane dal 22 novembre distribuita da Sun Film Group.
Alberto Leali