Padre e figlia vivono clandestinamente nel vasto parco nazionale dell’Oregon, avendo scelto di ritirarsi dal mondo; una volta scoperti, sono però costretti a cambiare vita. Mentre la ragazza si adatta alla vita normale e inizia sempre più ad apprezzarla, il padre, veterano di guerra traumatizzato, si mostra inquieto e insofferente.
Dalla regista del folgorante Un gelido inverno, Debra Granik, una bellissima storia sul rapporto tra un padre e una figlia che scelgono di vivere in autarchia, lontani da qualsiasi ordine sociale precostituito.
Se la Jennifer Lawrence di Un gelido inverno fa di tutto per cercare quel padre che aveva abbandonato il focolare domestico, in Senza lasciare traccia il rapporto tra genitore e figlia è simbiotico e pieno d’amore, improntato al vivere in fuga e all’acquisizione della massima autosufficienza.
La Granik sceglie di non dare troppe spiegazioni sul passato dei protagonisti, lasciando che lo spettatore vi si avvicini gradualmente, fino a partecipare attivamente allo sviluppo delle loro storie.
Attraverso la minuziosa descrizione di uno stile di vita che rifiuta il progresso e delle sue inevitabili conseguenze, la Granik fa luce su quell’umanità (volontariamente) ai margini, segnata dalla caduta del sogno americano.
La racconta con delicatezza e rispetto, senza dare giudizi e senza didascalismi, servendosi, per di più, di due attori straordinari, Ben Foster e Thomasin McKenzie, alle prese con ruoli di grande complessità drammaturgica.
Il suo è un cinema minimalista e profondo, che mette in primo piano gli elementi naturali e la loro interazione coi personaggi, facendosi sorprendentemente vivo e sensoriale. Senza lasciare traccia arriva nelle sale italiane dall’8 novembre distribuito da Adler Entertainment. Non perdetelo.
Alberto Leali