Presentato in anteprima ad Alice nella città in occasione della Festa del Cinema di Roma 2018, Dilili a Parigi è una vicenda dai temi forti ambientata nella Parigi della Belle Époque. Al cinema dal 24 aprile con BIM e Movies Inspired
Tornano l’eleganza e la sensibilità del cinema animato di Michel Ocelot, che abbandona le splendide ambientazioni esotiche per raccontare, per la prima volta nella sua carriera, una Parigi in piena Belle Époque.
Presentato ad Alice nella città nell’ambito della tredicesima Festa del Cinema di Roma, Dilili a Parigi racconta di una misteriosa organizzazione che rapisce le bambine per tenerle segregate e costringerle ad indossare un burqa, assoggettandole completamente al volere maschile.
A salvarle ci penserà una coraggiosa e determinata bambina nera arrivata dalla Nuova Caledonia, aiutata dall’amico (bianco) Orel, un ragazzo delle consegne, e da alcuni dei più grandi geni che vivevano nella Parigi dell’epoca: da Marcel Proust a Marie Curie, da Toulouse-Lautrec a Sarah Bernhardt, da Rodin a Camille Claudel, ecc.
Un tema importante e di grande attualità quello della violenza sulle donne e della lotta per la tutela dei loro diritti, che ha sempre attraversato il cinema del regista francese.
“E’ da quando sono piccolo che noto che le donne vengono trattate crudelmente ed è per questo che tale tema, in un modo o nell’altro, ricorre in tutti i miei film – racconta Michel Ocelot -. Penso che oggi più che mai occorra parlarne, perché i diritti delle donne non sono ancora uguali a quelli degli uomini. La scelta della Belle Époque è dovuta anche al fatto che proprio in quel periodo le donne iniziano ad emergere, scatenando i timori del sesso maschile, da sempre abituato a dominarle“.
Anche in Dilili a Parigi, inoltre, la protagonista è una piccola “diversa”, emarginata dalla società a causa del colore della sua pelle, ma dotata di una forza e di un coraggio che le permettono di affrontare le situazioni più complesse e pericolose.
“Di tutto il materiale sulla Belle Époque che ci è pervenuto, pochissime sono le testimonianze sui personaggi di colore, che rintracciamo soltanto tramite la pittura di Toulouse-Lautrec, che peraltro riveste un ruolo importante all’interno della mia vicenda. Dilili è una bambina coraggiosa, che non si fa intimorire dal fatto che la considerino una diversa, ma anzi si dimostrerà molto più in gamba dei suoi oppositori”
Particolarissima è inoltre la tecnica di animazione utilizzata da Ocelot in questa sua ultima fatica, che prevede l’inserimento di figure animate sovrapposte alle ambientazioni reali, ritratte in fotografia.
“Il mio fine era combattere la realtà attraverso il reale, da qui la scelta di unire animazione e fotografia. Ho raccolto foto per quattro anni per rendere dettagliatamente la realtà della Parigi di quell’epoca, tra interni, esterni e splendidi oggetti dell’art nouveau. Mi sono stati di grande aiuto, in particolare, i musei parigini che per il film hanno aperto le loro porte anche nei giorni di chiusura. Così ho potuto fotografare con tranquillità tutto ciò che volevo, raggiungendo appieno il mio scopo“.
Dilili a Parigi conferma il grande talento visivo e narrativo di Ocelot, i cui film appaiono adatti sia al pubblico dei piccoli, che si lasceranno affascinare da un’animazione di grande splendore tecnico e cromatico, che a quello dei grandi, che coglieranno la potenza dei suoi messaggi di rispetto, integrazione e solidarietà.
Dilili a Parigi uscirà nei cinema italiani il 24 aprile, distribuito da BIM e Movies Inspired.
Alberto Leali