La sezione Riflessi della tredicesima Festa del Cinema di Roma ospita il documentario di Silvio Soldini Treno di parole, dedicato all’arte del grande poeta romagnolo Raffaello Baldini
Da un’idea di Martina Biondi e prodotto da TVM Digital Media e Fondazione Cineteca Italiana, Treno di parole è un prezioso omaggio a Raffaello Baldini, poeta e drammaturgo romagnolo tra i maggiori del secondo ‘900, ma ai più sconosciuto.
Il film, diretto da Silvio Soldini e presentato in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma 2018, nasce dal desiderio di far conoscere, a chi ancora non ne ha avuto l’occasione, un artista che ha lasciato un segno profondo nella poesia contemporanea.
“E’ stato mio marito a scoprire e a innamorarsi di Raffaello Baldini, sentendo la sua voce alla radio mentre leggeva una delle sue poesie e proponendogli, in seguito, la registrazione acustica delle sue opere – racconta l’ideatrice e sceneggiatrice Martina Biondi -. Diversi anni dopo, mi è venuta l’idea di dedicargli un film e ho pensato come regista a Silvio Soldini, che oltre ad aver già realizzato dei lavori sulla poesia, un bel po’ gli assomiglia“.
“Ho conosciuto Baldini grazie ad Ivano Marescotti – rivela Silvio Soldini – che nel lontano ’93 mi invitò a vedere un suo monologo tratto da alcuni testi del poeta romagnolo. Ci capii ben poco ma ne rimasi profondamente affascinato“.
Attraverso il dialetto di Santarcangelo di Romagna e con un’ironia sofferta eppure spesso irresistibile, Baldini canta le nevrosi dell’uomo contemporaneo, ma anche un’umanità variegata, votata allo scacco e alla solitudine.
Treno di parole fa rivivere il poeta attraverso inedite immagini di repertorio, provenienti in particolare dalla sua famiglia. “E’ la prima volta che faccio un film su una persona che non c’è più – dice Soldini – ma ho avuto la fortuna di trovare del buon materiale appartenente alla figlia di Baldini, Silvia. Si tratta di riprese amatoriali in cui lui leggeva in pubblico, ma anche foto e filmini nati quasi per caso“.
E poi ci sono le affettuose testimonianze di scrittori, poeti ed artisti legati alla sua figura, tra cui Ivano Marescotti, Gigio Alberti e Silvio Castiglioni. “Mi sono imbattuto in Baldini quando era conosciuto al massimo da 200/300 persone, per lo più critici letterari – racconta Ivano Marescotti –. Oggi, la sua popolarità è cresciuta moltissimo e in Romagna lo conoscono davvero tutti. Ho avuto anche la possibilità di incontrarlo e devo ammettere che è stata tra le persone più gentili ed oneste in cui mi sia mai imbattuto. Lo invogliai a scrivere un testo da poter portare in teatro e venne fuori uno dei suoi capolavori, il monologo Zitti tutti“.
Marescotti afferma, inoltre, che l’arte di Baldini ha fortemente influenzato il suo percorso cinematografico e teatrale: “Oltre a metterlo in tutti i personaggi che interpreto, ho preso le sue poesie e le ho assemblate in un monologo unico, che è il mio omaggio ad un autore assolutamente fuori dal comune, che sa far ridere raccontando la tragedia“.
Treno di parole si pone, dunque, come una vera e propria sfida: invogliare il pubblico che vedrà il documentario ad incuriosirsi alla figura del poeta romagnolo, invogliandola a cercare i suoi libri e a scoprirne l’immenso valore artistico.
Alberto Leali