Presentato ad Alice nella città, Butterfly, la docu-fiction di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, è interpretata dai veri protagonisti della storia, a cominciare dalla campionessa Irma Testa. Al cinema dal 4 aprile
E’ un film sorprendente Butterfly del documentarista italiano Alessandro Cassigoli e del reporter americano Casey Kauffman, presentato in concorso ad Alice nella città, sezione parallela della Festa del Cinema di Roma 2018 e al cinema dal 4 aprile distribuito da Istituto Luce – Cinecittà. Si tratta di una docu-fiction su Irma Testa, campionessa di boxe femminile che è stata la prima pugile a qualificarsi per le Olimpiadi a Rio nel 2016.
Butterfly ricostruisce la storia, più pubblica che privata, di Irma, ponendo l’accento sugli aspetti meno noti della sua vita: la fatica e gli stenti, il legame con Torre Annunziata e la sua famiglia, le amicizie, gli estenuanti ritiri di allenamento lontana da casa, l’impossibilità di condurre una quotidianità come quella dei suoi coetanei, le distruttive aspettative nei suoi confronti, l’invasività dei media, i sogni infranti, i dubbi, i rimpianti.
Ne deriva un racconto emozionante e coinvolgente, che si allontana dalla classica storia di riscatto attraverso lo sport, ma regala uno sguardo inedito sia per stile che per narrazione. Se infatti si avverte la solidità dello script alla base della narrazione, la presenza sullo schermo dei veri protagonisti, da Irma stessa passando per amici, parenti e lo storico maestro/padre Lucio Zurlo, regala un’autenticità che è davvero raro rendere sullo schermo, persino per il cinema documentaristico tout cort.
Presentiamo di seguito l’intervista fatta ai registi e alla protagonista Irma Testa, in occasione della presentazione di Butterfly alla Festa del Cinema di Roma.
Roberto Puntato