Presentato ad Alice nella città nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2018, il singolare zombie movie Go Home, opera seconda di Luna Gualano, arriva al cinema dal 15 al 17 aprile
Roma. Un gruppo di militanti di estrema destra si riunisce per protestare contro l’apertura di un centro d’accoglienza, ma lo scontro con i manifestanti a favore si trasforma in una vera e propria apocalisse zombie. Nessuno sopravvive tranne Enrico, che trova rifugio proprio presso i richiedenti asilo che voleva far sgomberare. Mentendo sulle proprie convinzioni politiche pur di rimanere in vita, si troverà a cooperare con i suoi “nemici”.
“La scelta degli zombie è una metafora che volge lo sguardo alla politica odierna, perché molti ragazzi che si muovono dall’Africa per giungere in Italia vengono poi lasciati nei centri d’accoglienza ad attendere il loro destino”: lo afferma la regista romana Luna Gualano, che ha presentato ad Alice nella città, dove si è aggiudicato il Premio Panorama Italia, la sua opera seconda, Go Home, al cinema dal 15 al 17 aprile.
Si tratta di un film originale e coraggioso (specie considerando lo scenario italiano), che tenta di unire l’intrattenimento a un forte messaggio di carattere politico e sociale, alla stregua di cult del genere come quelli di George A. Romero.
Finito grazie a una raccolta fondi sul web, Go Home è riuscito a coinvolgere anche il noto fumettista Zerocalcare (che ne ha disegnato la locandina), ma soprattutto ha generato un’importante operazione di integrazione: i partecipanti al film hanno preso parte ad un workshop gratuito di cinema e recitazione che ha coinvolto tutti i migranti presenti sul territorio romano.
Il film è girato interamente negli spazi dello Strike e del CS Intifada di Roma: “Questa scelta – dice Gualano – deriva dalla mia volontà di staccarmi un po’ dal reale, visto che in genere i centri di accoglienza sono luoghi squallidi, mentre il centro sociale è più vissuto artisticamente. Per la scelta degli attori, invece, abbiamo coinvolto persone che avevano realmente vissuto l’esperienza del centro d’accoglienza, accompagnandoli ad alcuni attori professionisti“.
“Mi piacciono l’horror e il fantasy, perché mi permettono di raccontare qualcosa di reale con una grande libertà di linguaggio – prosegue la regista -. Sono contenta che questo film sia presentato in una sezione dedicata ai ragazzi, spero infatti che chi si trovi a guardarlo, finisca per parteggiare per il liberiano, il nigeriano o il palestinese”.
Gli zombi diventano, infatti, metafora della crescente insofferenza verso i migranti e di propagande politiche razziste e scriteriate. Attraverso gli occhi del protagonista Enrico (Antonio Bannò), personaggio efficacemente sfaccettato che “cammina sul filo del rasoio”, la regista fa arrivare il messaggio che, davanti al pericolo, solo l’aiuto reciproco può portare alla salvezza e che essa non ha certo nazionalità.
Brutale, ironico, audace, potente: un film che grazie all’abile e intelligente scrittura sopperisce ai limiti del budget, portando una ventata di aria fresca in un panorama sonnacchioso e stantio.
La sceneggiatura di Go Home è firmata dal produttore musicale Emiliano Rubbi, che oltre ad aver contribuito alle musiche del film, ha coinvolto nel progetto musicisti come Piotta e Daniele Coccia de Il muro del canto.
Roberto Puntato