Torino, anni ’80. L’adolescente Vince (Vincenzo Crea) è da tempo innamorato della sua migliore amica Caterina (Sabrina Martina). Umberto (Alessandro Preziosi), severo professore universitario dalla vita familiare insoddisfatta, ha un figlio svogliato e spocchioso, Romeo (Leonardo Pazzagli), che frequenta la stessa scuola pubblica di Vince, e di cui, dopo un’iniziale ritrosia, diventa inseparabile amico. Proprio a scuola, Umberto incontra la nuova professoressa di suo figlio, Betty (Sarah Felberbaum), donna libera e determinata, che gli fa perdere la testa. Tra i due inizia una relazione clandestina che darà esiti inattesi.
Delle tante trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Luca Bianchini, Nessuno come noi, diretto da Volfango De Biasi (Crazy for football) può dirsi certamente una delle più riuscite, grazie soprattutto al talento dei due attori protagonisti, Alessandro Preziosi e Sarah Felberbaum.
I due sono infatti molto convincenti rispettivamente nei panni del professore annoiato e arrogante e dell’insegnante indipendente ed acuta. L’alchimia fra i due interpreti rende credibile il loro rapporto sullo schermo e coinvolgente una vicenda che propone dinamiche narrative non certo originali.
Nessuno come noi, come accade spesso in Bianchini, ha la struttura di un insieme di storie che unisce due generazioni, quella dei grandi e quella dei più giovani, che si trovano a condividere esperienze e sentimenti, per poi confrontarsi e liberarsi delle proprie paure e frustrazioni.
Così, tra adolescenti che cominciano a prendere confidenza con i drammi della vita adulta, e grandi che non riescono a scrollarsi di dosso ossessioni giovanili e convenzioni sociali, Nessuno come noi attraversa un caleidoscopio di amori, dolori, desideri, delusioni, emozioni e debolezze.
Siamo nel 1987, ce lo ricorda la nostalgica colonna sonora che accompagna le girandole sentimentali dei protagonisti: un’epoca in cui non esistevano smartphone e social network, ma che condivide con la nostra dinamiche relazionali e sentimenti universali.
Un classico racconto di formazione che investe tutti i personaggi e che si sofferma in maniera meno moraleggiante del solito sulla figura dell’amante, di colui che non è tenuto ad arrabbiarsi e a ingelosirsi, ma che è costretto ad essere comprensivo e a farsi da parte quando è necessario. Se il messaggio infatti è che l’amore, quello vero e raro, merita sempre di essere vissuto, d’altra parte la rottura del precedente nucleo familiare non è sempre la soluzione più facile da prendere e richiede tempo per sistemare le cose.
Un film gradevole, che, pur se non ha nulla di nuovo da raccontare ed è inficiato da non poche ingenuità e da una voce fuori campo decisamente straniante, intrattiene per quasi due ore senza annoiare o irritare. Oggi come oggi, specie in riferimento all’attuale commedia italiana, non è poco. Al cinema dal 18 ottobre distribuito da Medusa.
Alberto Leali