Nathalie Pêcheux è una professoressa di lettere divorziata, madre della bella diciottenne Mathilde, ballerina di danza classica. Intelligente e ancora affascinante, Nathalie vive il delicato periodo di transizione verso la menopausa, che la porta a provare una profonda gelosia verso coloro che crede abbiano una vita migliore della sua, in primis sua figlia. Le cose non vanno bene nemmeno nell’ambito del lavoro, delle amicizie e della vita sociale.
I registi David e Stéphane Foenkinos mettono in scena un piccolo miracolo: Il complicato mondo di Nathalie, titolo meno felice dell’originale Jalouse, descrive con grande abilità uno dei momenti più delicati della vita di una donna, osservando con ironia e acume i moti d’animo della sua protagonista.
La straordinaria Karin Viard è il punto di forza di un film al contempo ironico e amaro, delicato e crudele, che ha il merito di non scivolare mai nei facili cliché sulla classica crisi di mezza età.
Non c’è alcuna pretesa psicanalitica nel racconto dei fratelli Foenkinos, piuttosto lo sguardo impietoso, ma non privo di empatia, di chi affronta l’umana miseria. Il complesso rapporto tra madre e figlia, la paura di sfiorire e di non essere più desiderabile, la frustrazione per una vita che ha preso una piega ben diversa da quella sognata, la rivalità negli affetti e sul luogo di lavoro, la voglia di essere amata e la paura di non contare abbastanza sono i molteplici stati emotivi vissuti nel film da Nathalie, quelli che vanno a comporre, o forse a spiegare, la sua gelosia.
Quello di Nathalie, personaggio puntuto e spesso ripudiabile, ma talmente autentico che è impossibile non amarlo, è un ritratto a tutto tondo di una donna in un momento della vita in cui si trova a fare bilanci ma non vede i conti tornare, incapace di vedere ciò che di bello la circonda, ma ossessionata dalla riuscita altrui. Una donna fragile e insicura, che usa il suo graffiante sarcasmo per colpire e difendersi da coloro che le sembrano intaccare le poche certezze che le sono rimaste.
Con Il complicato mondo di Nathalie, i fratelli Foenkions sfatando il pregiudizio secondo cui solo le donne sanno raccontare al meglio l’universo femminile, confezionando un film riuscitissimo, che non teme di scavare a fondo nelle pieghe dell’animo.
Un’opera che vi farà ridere moltissimo, ma anche riflettere, grazie all’abilità della sceneggiatura di dosare i toni non perdendo mai in incisività, proprio come in una delle migliori prove di Woody Allen. Al cinema dall’11 ottobre distribuito da Officine Ubu.
Alberto Leali