Corinne Cléry nel cast di Oltre la nebbia – Il mistero di Rainer Merz, il film di Giuseppe Valtorta con Pippo Delbono, dal 4 ottobre al cinema con P.F.A. Films. “Amo i giovani e le loro idee e mi ci affido completamente”
Corinne Cléry nel nuovo film di Giuseppe Valtorta, Oltre la nebbia – Il mistero di Rainer Merz, dal 4 ottobre al cinema distribuito da P.F.A. Films. Un thriller dell’anima misterioso e affascinante, che la vede al fianco di Pippo Delbono, Luca Lionello e Cosimo Cinieri.
L’attrice francese, icona di sensualità e bellezza, che vanta in curriculum registi come Just Jaeckin, Carlo Lizzani, Ugo Tognazzi e Pasquale Festa Campanile, passata in seguito anche alla fiction, al reality e al teatro, torna al cinema dopo molto tempo, mostrandosi entusiasta della sua nuova giovinezza artistica. “Ho conosciuto Giuseppe Valtorta alla première di “Zoè”, il film che ha girato con Serena Grandi, con la quale già da allora non eravamo in buoni rapporti, anche se ammetto che era la parte giusta per lei”.
Oltre la nebbia è un film di genere, caso più unico che raro nel cinema italiano, e ruota attorno alla vicenda di un tormentato investigatore privato che deve indagare sulla scomparsa di un anziano ex teatrante (il Rainer Merz del titolo) che ha sciolto la sua compagnia, ora riunitasi per girare, proprio nella sua abitazione, un film su Federico II di Svevia.
“Raramente nel cinema italiano si vedono film di genere – afferma Corinne Cléry -. Ammetto di essermi affidata più al regista che alla storia, perché è molto intricata, complessa e piena di sfaccettature. Amo definire questo film un thriller elegante. Giuseppe Valtorta è bravissimo e cocciuto, appartiene a quella nuova generazione piena di talento ed entusiasmo che ammiro tanto. Lui ha preteso da me il meglio e io l’ho accontentato, affidandomi completamente”.
Oltre la nebbia è un film inquietante, citazionistico e sinuoso, che mescola insieme l’universo di Kubrick, di Argento e del noir americano, arricchendosi, inoltre, di simboli, visioni e significati esoterici.
Il ricco e valido cast, assieme alla raffinatezza e all’originalità dello stile (bello il modo in cui Valtorta accosta luci, suoni e colori), sono i principali punti di forza di un’opera anomala e intrigante, che fa ben sperare sul futuro cinematografico del regista.
“Il cinema indipendente va aiutato – prosegue la Cléry -. Io lo faccio perché amo il mio lavoro e sono sempre la prima a buttarmi nei bei progetti. Era da tanto che non facevo cinema e sono contenta di aver messo il mio ritorno nelle mani della gioventù. Sono una che appartiene al cinema del passato e che incontra il cinema del presente, ma da questo incontro penso che entrambi possano trarre vantaggi. E poi sono particolarmente contenta che sia il cinema che in questo periodo si sta riavvicinando a me, con nuovi progetti, grandi o piccoli che siano”.
Roberto Puntato