Lara ha 15 anni e coltiva un grande sogno: diventare un’étoile della danza. Intrappolata nel corpo di un ragazzo, ma supportata da una famiglia amorevole, la giovane già assume gli ormoni per iniziare il cambiamento di sesso e prepararsi all’operazione decisiva. L’impazienza e i tumuli emotivi dell’adolescenza non sono però facili da tenere a freno.
Opera prima del giovane belga Lukas Dhont, Girl, dal 27 settembre al cinema con Teodora Film, è un crudo e bellissimo racconto di formazione con al centro una protagonista alle prese con una duplice battaglia: riappropriarsi della propria identità sessuale e diventare un’étoile della danza.
Ansiosa di riprendersi ciò che la natura le ha tolto, Lara impone al suo corpo un esercizio estenuante, perché assomigli il più velocemente possibile all’idea che ha di sé. La sua battaglia non è urlata, ma quieta, riservata, intima: è nel sangue che vien fuori dalle ferite, nello scotch con cui nasconde la sua mascolinità, nei lunghi e terribili sguardi allo specchio che le ricordano che il cambiamento è ancora lontano.
La bravura di Lukas Dhont è riuscire a rendere con grande efficacia il senso di urgenza e di sorda disperazione della protagonista, attraverso una ripetizione di gesti che si fa sempre più ossessiva. Ma soprattutto nel mostrare sullo schermo, con rara potenza, cosa significhi concretamente essere rinchiusi in un corpo che non si sente proprio e che si cerca in tutti i modi di correggere.
La danza e il duro allenamento si fanno così metafora perfetta di quello che sta avvenendo nel fisico e nella testa di Lara: attraverso la sofferenza corporea si snoda infatti il difficile percorso di un’anima alla ricerca di se stessa.
Ad interpretare Lara è Victor Polster, ballerino dell’accademia di Anversa, letteralmente toccato dalla grazia. Presentato a Cannes 71 nella sezione Un Certain Regard, Girl ha conquistato meritatamente la Camera D’Or, il premio per il miglior attore e il premio Fipresci.
Alberto Leali