Francesco Arca è il cattivo de La vita promessa, la miniserie di Rai1 diretta da Ricky Tognazzi. Storie di migranti, amore e vendetta nella Sicilia e nell’America degli anni ’20
Francesco Arca nella nuova miniserie di Rai 1 La vita promessa, in onda per 4 puntate in prima serata da domenica 16 settembre. Nel cast anche Luisa Ranieri, Thomas Trabacchi, Lina Sastri e Miriam Dalmazio.
Sicilia, anni ’20. Carmela Carrizzo (Luisa Ranieri), madre di cinque figli e moglie innamorata di Salvatore (Marco Foschi), coltiva la terra del barone Lanza, il cui campiere, Vincenzo Spanò (Francesco Arca), è ossessionato da lei, che invece lo ha sempre respinto. Quando il suo persecutore inizia a mettere a repentaglio la vita della sua famiglia, la donna non vede altra soluzione che emigrare verso l’America.
Francesco Arca, il cattivo de La vita promessa…
“Esatto! Il personaggio è l’anima oscura di questa serie a causa di alcune avversioni nei confronti della protagonista Luisa Ranieri e della sua famiglia. Un ruolo molto ben scritto, di cui ho cercato di far emergere l’umanità. Per farlo, andava reso il più possibile credibile, non disegnandolo come un cattivo tout court, ma sottolineando ogni sfumatura del suo carattere, negativa o positiva che fosse”.
Una tematica molto dibattuta oggigiorno, quella dell’emigrazione. Che ne pensi?
“Quello dell’emigrazione è un tema molto attuale. In Italia siamo molto indietro a livello culturale. Ho la fortuna attualmente di lavorare in Spagna e vedo che culturalmente sono decisamente più avanti di noi. Le tematiche, specie se spinose, vanno affrontate e risolte. Bisogna mettersi una mano sulla coscienza: noi italiani siamo stati i primi ad emigrare ed ora siamo il Paese che accoglie. Umanamente dobbiamo tendere le mani perché solo culturalmente si può crescere”.
Visto che stai lavorando fuori dall’Italia, riesci ad essere comunque presente in famiglia?
“La famiglia, mia moglie e i due bambini, per quanto può mi segue. Io mi sono preso a carico la femmina e mia moglie il maschio, così cerchiamo di dividerci i compiti. La famiglia è la mia forza, grazie ad essa ho raggiunto il massimo della felicità. E poi c’è il lavoro, che mi sta dando belle soddisfazioni. Adesso sto lavorando in Tunisia per la Rai spagnola (Tve) in un progetto che parla di Ong, scafisti, territorio libico… Insomma anche in questo caso, temi di grande attualità. L’altro progetto invece è per Mediaset. Confrontarmi con altre culture mi allarga la mente, noto peraltro che all’estero sono più spensierati di noi e prendono le cose con maggiore leggerezza”.
Roberto Puntato