Presentato Fuori Concorso alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia, Il mio capolavoro (Mi Obra Maestra) è una storia di arte e amicizia che porta la firma dell’argentino Gastón Duprat (Il cittadino illustre). Al cinema dal 24 gennaio con Movies Inspired
Il mio capolavoro (Mi Obra Maestra) di Gastón Duprat, presentato Fuori Concorso alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia e nelle sale italiane dal 24 gennaio con Movies Inspired, è la storia di un’amicizia fra due uomini prossimi alla terza età e dediti all’arte.
Arturo è un abile e diplomatico commerciante, Renzo è un pittore talentuoso e asociale che ha raggiunto il successo negli anni ‘80, ma che deve fare i conti col declino del presente, a causa di un carattere non amabile.
La loro amicizia va avanti da molti anni e pur se profondamente diversi per indole e professione si capiscono alla perfezione. Purtroppo, però, un incidente confina Renzo in ospedale, privandolo temporaneamente della memoria. Disperato, il pittore chiede all’amico di liberarlo da quella insostenibile situazione, mettendolo di fronte a una decisione delicatissima. Le cose prenderanno, però, una piega diversa.
Ironia, arte e amicizia sono gli ingredienti di Mi Obra Maestra, un lavoro originale e stratificato, che mescola abilmente commedia e thriller, dosando risate, tensione e colpi di scena.
I bravissimi protagonisti sono Guillermo Francella, nel ruolo del gallerista Arturo, e Louis Brandoni, in quello del pittore in declino Renzo, sostenuti da una sceneggiatura variegata e multiforme.
Ma soprattutto Mi Obra Maestra mette in scena un affresco acuto e sardonico del mondo dell’arte contemporanea, capace di legare fra loro solo i pochi che la capiscono davvero, illudendo e ingannando tutti gli altri.
Al contempo, il film di Duprat è il ritratto di un Paese in cui le apparenze valgono più della realtà, ma in cui i rapporti umani non hanno ancora perso la loro profondità e autenticità.
“L’ironia e il sarcasmo mi vengono naturali – afferma il regista Gastón Duprat -. Ciò che più conta nel film è il rapporto di amicizia tra i due protagonisti, in fin dei conti due facce della stessa medaglia. E qui si può fare un paragone con Buenos Aires e più in generale con l’Argentina, in cui convivono un’anima moderna e sofisticata e un’altra ribelle ed inquieta, dalla cui unione deriva la sua animosa vitalità. Pur se ambientato in un mondo fatuo e illusorio come quello dell’arte, il film dimostra come l’amicizia e l’affetto tra le persone restino immutati”.
“Io e Guillermo ci conosciamo come colleghi da diversi anni – dice Louis Brandoni -; abbiamo lavorato insieme a due serie televisive in Argentina e con questo film siamo riusciti ad arrivare anche al cinema. Guillermo inoltre ha un ottimo fiuto per scovare nuovi talenti”.
“Come ben pochi attori, Louis ha dei tempi comici perfetti e nel film ho cercato di stargli dietro – afferma Guillermo Francella -. Abbiamo lavorato molto affinché la nostra fosse una recitazione equilibrata e ricercata”.
“Non ci siamo basati su altri modelli di film – dice il regista Gastón Duprat –. Mi piace passare da un genere all’altro, mettendo in scena quella che può definirsi una vera e propria commedia drammatica alla stregua de Il cittadino Illustre”.
Roberto Puntato