Giacomo Gianniotti, il dottor Andrew DeLuca dell’amata serie tv Grey’s Anatomy, si racconta alla stampa romana tra passato, presente e futuro
E’ il dottor Andrew DeLuca in Grey’s Anatomy, una delle serie tv più longeve di sempre, firmata dal fenomeno Shonda Rhimes. Dal 2015, prima come guest nell’undicesima stagione della serie, poi come membro regolare delle successive stagioni, Giacomo Gianniotti fa parte della grande famiglia del medical drama più amato della tv.
“Appena entrato nel cast ero molto nervoso – racconta alla stampa romana l’attore italiano naturalizzato canadese -. Grey’s Anatomy va avanti da molti anni ed ha un cast numeroso, composto anche da attori più grandi di me e con una carriera ben più corposa della mia. Devo ammettere però che mi sono sentito subito a mio agio e che tutti si sono mostrati molto gentili con me. Non era facile avere a che fare con tutti quei termini medici, che andavano peraltro detti in maniera velocissima! James Pickens Jr., il dottor Webber in Grey’s Anatomy, e Kevin McKidd, che nella serie interpreta in dottor Owen Hunt, sono stati i primi che mi ha davvero messo a mio agio“.
Nato a Roma ma trasferitosi giovanissimo a Toronto, Giacomo Gianniotti ha da sempre inseguito il sogno della recitazione, e dopo tanto lavoro e tanta gavetta, riesce finalmente ad esaudirlo. Ma non sono mancati anche i tentativi di tornare nel nostro Paese: “Quando avevo 18 anni ho lasciato il liceo a Toronto e mi sono trasferito in Italia per due anni. Di giorno facevo i provini e di sera il barman a Campo de’ fiori. Purtroppo però ho trovato tantissime difficoltà, così mi sono arreso e ho deciso di tornare in Canada. Peccato che appena ho comprato il biglietto ho ottenuto una piccola parte in “Medicina Generale”. In Italia ho notato che si lavora soprattutto perché sei parente o amico di qualcuno. Non che questo in America non accada, come in qualsiasi settore, ma in maniera diversa. Se ti impegni al massimo, sei bravo e non molli, il tuo merito è premiato. Eppure mi piacerebbe moltissimo tornare a lavorare in Italia, a cui comunque rimango profondamente legato. Non a caso il motivo per cui ho scelto il mio primo agente è perché è stato l’unico a non chiedermi di cambiare nome. E poi amo molto il cinema italiano, che negli ultimi anni sta finalmente tornando alla ribalta, grazie ad autori come Sorrentino o Guadagnino, molto apprezzati all’estero“.
Giacomo Gianniotti racconta inoltre, a suo parere, a cosa sia dovuto l’enorme successo di Grey’s Anatomy e in generale delle numerose serie di successo di Shonda Rhimes. “Shonda è una delle prime showrunner di colore dell’industria americana e ha il merito di aver creato molti personaggi femminili forti, in gamba, indipendenti, che non si era certo soliti vedere in televisione. Penso che per molte donne questo sia stato di forte ispirazione; e poi mi capita spesso di incontrare dottori o infermieri che si sono avvicinati al loro mestiere proprio dopo aver visto Grey’s Anatomy. Inoltre, le serie di Shonda non mancano di trattare scottanti e importanti tematiche politiche e sociali, che rendono le trame molto più che un mix di amori e intrighi“.
E a proposito di temi politici e sociali, Giacomo Gianniotti ha anche detto la sua sul governo Trump, inviso a molti personaggi del mondo dello spettacolo. “E’ molto triste leggere sul giornale le affermazioni e le proposte di Trump e per di più sembra non ci sia mai limite al peggio. A Los Angeles, dove vivo, c’è molta tensione verso l’attuale situazione politica e spesso mi capita di domandarmi quanti minuti passeranno prima che col mio interlocutore si inizi a parlare di Trump. Spero, come per tutte le cose, che il tempo ci aiuti!”
Giacomo Gianniotti rivela, inoltre, i suoi desideri in merito a futuri ruoli che amerebbe interpretare: “I ruoli che mi arrivano e quelli che vorrei fare sono in realtà molti diversi. Mi propongono solitamente di fare il bravo ragazzo, quello in cui ogni genitore avrebbe fiducia. Invece mi piacerebbe tanto interpretare un personaggio cattivo. Inoltre mi piacerebbe tornare a lavorare in teatro, da dove ho iniziato, con persone di cui mi fido ciecamente”.
Alberto Leali