Avevamo lasciato i supereroi Marvel in ginocchio dinanzi allo schiocco di dita di Thanos in Infinity War; con Ant-Man and the Wasp, diretto da Peyton Reed, invece, vengono raccontati gli eventi che seguono Civil War, il film del 2013 che ha visto scontrarsi la fazione di Captain America contro quella di Iron Man.
Torna quindi il protagonista Scott Lang, interpretato da un perfetto Paul Rudd (che collabora anche alla sceneggiatura), costretto a scontare ai domiciliari le conseguenze del suo gesto eroico, ma non certo pronto a rinunciare al suo dovere.
Ant-Man and The Wasp è caratterizzato, come i più riusciti capitoli degli Avangers, da un miracoloso equilibrio fra la componente comica e quella di intrattenimento spettacolare, che lo rende estremamente godibile ed eccitante.
Azione e risate non deluderanno, quindi, i fan del supereroe più piccolo e spassoso della Marvel, accompagnato da un personaggio femminile forte e ancor più sviluppato che nel primo capitolo: la Hope Van Dyne alias Wasp, interpretata dalla bellissima ed efficace Evangeline Lilly.
Rispetto al primo capitolo del 2005, Ant-Man and The Wasp è ancora più divertente e scanzonato, grazie soprattutto a dialoghi arguti, a situazioni gustosamente buffe e a personaggi che non si prendono mai troppo sul serio (vedasi soprattutto quelli di Michael Peña, Randall Park, T.I. e David Dastmalchian).
Ancora una volta, inoltre, la famiglia riveste un ruolo di primo piano: è infatti il motore che scatena l’azione alla base del film, a causa del desiderio di Hope e di suo padre Hank Pym (Michael Douglas) di riabbracciare Janet (Michelle Pfeiffer), scomparsa 30 anni prima nel mondo delle particelle subatomiche. Per ritrovarla, Pym costruisce un complicato macchinario che mette in collegamento più dimensioni, e che fa gola anche a chi, per altre ragioni, deve chiudere i conti con il proprio passato.
L’interessantissimo villain di Ant-Man and The Wasp è infatti una giovane donna desiderosa di vendetta verso coloro che ritiene responsabili della distruzione della sua famiglia e che l’hanno condannata a una vita incompleta e tormentata. L’affascinante Ava/Ghost di Hannah John-Kamen, vittima degli errori altrui, è infatti l’unico personaggio totalmente drammatico del film, che colpisce per la dolorosa rabbia che la porta a scontrarsi con i nostri eroi e per cui è impossibile non provare una certa compassione.
Ant-Man and The Wasp è indubbiamente una bella boccata d’aria fresca dopo gli eventi tragici dell’UCM: abbandonata ogni forma di epica seriosità, il film è leggero e intelligente, dinamico e avvincente, il capitolo giusto per una calda e spensierata serata estiva.
Alberto Leali