Erasmus e Paul sono una coppia da molti anni e vivono in una lussuosa villa-ranch a Santa Fe. Il primo è un volto celebre ed eccentrico della tv che conduce un programma di cucina, il secondo, più pacato e introverso, è il regista della trasmissione. La loro vita, fatta di battibecchi, feste e divertimento, viene sconvolta dall’arrivo del piccolo Bill, figlio del figlio biologico di Erasmus, finito in carcere. Una presenza inizialmente sgradita diventa pian piano sempre più importante per la coppia, che scopre insospettate capacità genitoriali e si trova a mettere in discussione le proprie prerogative.
A Modern Family di Andrew Fleming è una commedia divertente, garbata e non banale su una coppia omosessuale alle prese con l’”adozione” di un figlio. Un tema non nuovo ma certamente attuale, specie in un momento storico che vede i diritti LGBTQ tornare ad esser messi in discussione da politiche retrive e demoralizzanti.
Fleming opta per i toni leggeri della commedia per raccontare, da una parte, l’amore fra persone dello stesso sesso che condividono la vita da molto tempo, tra disincanto e piccoli conflitti, dall’altro, cosa accade a una coppia gay che, pur non avendo mai pensato alla genitorialità, si trova inaspettatamente a viverla, modificando abitudini e priorità. Lo fa scegliendo come inedita location l’assolata Santa Fe e immergendoci nella quotidianità di Erasmus e Paul, messa in subbuglio dal nuovo arrivato e scandita da sketch spesso esilaranti.
Tra risate e tenerezza, pur non rifuggendo ad un umorismo a volte quasi farsesco, Fleming si distingue per la dolcezza e l’autenticità con cui accarezza le relazioni umane, dipingendo personaggi che riescono a coinvolgere ed emozionare.
A ciò contribuiscono, però, soprattutto le straordinarie performance dei due attori protagonisti, Steve Coogan e Paul Rudd, che riescono a calarsi nei rispettivi e quasi antitetici ruoli senza cadere nella macchietta, ma arricchendoli di sfumature.
A Modern Family conferma, dunque, la capacità del cinema americano di raccontare storie arcobaleno senza scivolare facilmente nello stereotipo, giocando piuttosto con una comicità piacevole ed intelligente, che fa trascorrere una serata in allegria, senza però spegnere la mente.
Alberto Leali