Si riaccendono i riflettori sui Jalisse grazie alla loro partecipazione al programma di Rai 1 Ora o mai più, di cui hanno appena vinto la terza puntata. Alessandra Drusian e Fabio Ricci si raccontano tra passato, presente e futuro
Di loro si è parlato molto e ascoltato poco. Chi non ricorda, infatti, “Fiumi di parole”, il brano che nel ’97 trionfò a sorpresa e tra mille polemiche al Festival di Sanremo? A cantarlo era il duo dei Jalisse, abbandonato troppo in fretta dal successo ma non certo dalla musica, che è sempre stata una costante della loro vita. Per loro è arrivato finalmente il momento di rimettersi in gioco, grazie al nuovo programma di Rai 1 “Ora o mai più”, che offre una seconda chance a otto big rimasti a lungo lontano dai riflettori, seguiti da otto coach d’eccezione.
All’inizio della vostra carriera vi dichiaravate “colleghi” e solo dopo diverso tempo siete usciti allo scoperto. Come mai questa scelta?
“Quando ci siamo fatti conoscere era il ’97, eravamo giovani e avevamo molta paura. Stavamo facendo un percorso importante e ci sembrava giusto mantenerci su questa linea per non alimentare il gossip, che onestamente non ci è mai piaciuto. Di comune accordo col produttore ci siamo mantenuti coerenti e in linea col nostro lavoro. Noi viviamo di musica e di questo bisogna parlare”.
A proposito di gossip, gira voce che c’è stata una lite tra voi, la Bertè e Patty Pravo. E’ vero?
“E’ normale che dicano una cosa del genere, entrambe erano in gara con noi quell’anno. Però smentiamo le false voci che circolano, non abbiamo mai litigato. In puntata, quando è stato criticato il mio falsetto, Orietta Berti ci ha difesi e noi abbiamo risposto con un sorriso. Loro si sono fermate a quel ’97 e non ci hanno mai conosciuto sotto il profilo artistico, però grazie ad “Ora o mai più” hanno cambiato idea sul nostro conto e questo ci rende felici. Le persone bisogna viverle e non fermarsi alle apparenze”.
E’ stato più difficile confrontarsi con la gara del Festival di Sanremo o con quella di Ora o mai più?
“Sono due situazioni diverse, perché a Sanremo prima di arrivare tra i big dovevi superare delle fasi e non era certo facile, visti i grandi nomi che venivano scartati; per noi partecipare rappresentava già una vittoria. Avevamo bisogno di conferme per avere un marchio che durasse nel tempo: i Jalisse tra i big. Anche questo ritorno è stato vissuto in maniera forte, perché non è semplice cantare davanti a dei coach di così grande spessore. Due realtà sicuramente diverse, ma ricche di emozioni e con due maturità diverse. Impossibile dire quale delle due sia la più difficile, l’importante è viverle… Ora!”.
Alessandra, tu hai tentato di entrare nel cast di The Voice. Mi chiedo, preferisci il talent o il reality?
“Non so cosa preferire, perchè la musica è cambiata e con essa anche l’approccio col pubblico. Il reality non mi attira, viene strumentalizzato solo per l’audience. Posso dire che “Ora o mai più” mi piace perché è una via di mezzo tra il talent e il reality, perché dà l’opportunità di raccontarci in maniera vera e pulita, grazie agli autori che ci hanno messo a nostro agio dal primo momento. Pensa che al di fuori della gara, tra noi concorrenti c’è una bella sinergia, abbiamo anche una chat, nella quale siamo rimasti in contatto anche con Donatella Milani. E poi i maestri sono tutti splendidi. Siamo diventati una grande famiglia”.
E il vostro coach Michele Zarrillo, come si comporta? Avete progetti futuri insieme?
“Michele è un’artista puro, un uomo meraviglioso e sempre disponibile. Adattare i suoi pezzi alle nostre voci non è affatto facile e ce la mettiamo davvero tutta. Progetti futuri con lui? Magari! I Jalisse ci sono! Però non ne abbiamo ancora parlato perché siamo concentrati sul programma e non siamo andati oltre. A lui è piaciuto moltissimo il nostro inedito, quindi… speriamo!”.
Fuori dalle scene, Alessandra e Fabio che genitori sono?
“Io sono l’apprensiva di turno, mentre Fabio è più positivo. Ecco, i Jalisse sono il bianco e il nero, così come li vedete. Due genitori normalissimi con le loro responsabilità sia a livello professionale che nel privato. I messaggi che dobbiamo dare sono molto importanti. Alle nostre ragazze diamo tutto l’amore possibile e insegniamo i valori del rispetto e dell’umiltà e che i genitori sono mamma e papà e non due persone famose.
Le vostre figlie sono critiche nei vostri confronti?
“Urca! Loro sono le prime alla quali facciamo sentire i nostri lavori. Abbiamo due pareri diversi, visto che Angelica ha quasi 18 anni e Aurora 11. La più grande ha vinto una borsa di studio in Paraguay e le amiche le mandano frame delle nostre esibizioni. E’ un modo per restare in contatto anche da lontano. Certo, non è facile con il nostro andare a trovarla. La mancanza si avverte, però lei è felice e contenta quando ci vede in tv”.
Per entrambe le vostre figlie avete scelto di dare nomi che iniziano con la stessa lettera. Come mai?
“Non è stata una scelta obbligata. Angelica si chiama così perché nel ’96 abbiamo scritto una canzone, “Liberami”, dedicata agli angeli custodi e perché la nonna si chiamava Angelina. Da li è saltato fuori il nome. A sua volta, Angelica ha deciso di dare il nome alla sorella, perché pensava che sarebbe arrivata una femminuccia bionda dagli occhi azzurri come la principessa Aurora. Il risultato finale è stato tutto l’opposto, mora con occhi castani”.
Tra i vostri progetti c’è anche una canzone ispirata ai testi di una donna straordinaria, Rita Levi-Montalcini. Alessandra, ti ci rivedi in qualche modo in lei?
“A livello intellettuale impossibile, ma sicuramente mi trovo d’accordo con il suo pensiero: l’istruzione è la chiave dello sviluppo perché un popolo istruito porta alla pace. Per i suoi 100 anni, ha voluto regalare alle donne africane la possibilità di essere istruite, regalando un libro con dentro un disco con la nostra canzone. E’ stata un’emozione cantare davanti a lei. Ti racconto un aneddoto: eravamo in albergo e Rita ha voluto che le leggessi la rassegna stampa dell’evento, così mi sono seduta vicino a lei e piano piano ho svogliato i giornali. Poi, ha visto la foto dei nostri figli e ha detto: “Beh, continuate, potete fare una squadra di calcio”. Un ricordo meraviglioso!”
Come continua l’esperienza dopo Ora o mai più?
“Nell’ultima puntata vi faremo ascoltare il nostro nuovo singolo, che in seguito verrà inciso e allegato a TV Sorrisi e Canzoni e che si intitola “Ora” (SIAE, ndr). Stiamo preparando un disco insieme a Gianni Errera e speriamo esca presto. Finito il programma, ci butteremo a capofitto nel progetto, per farvelo ascoltare il più presto possibile. Al momento posso anticiparvi che “Niente di serio” sarà contenuta nel nuovo nostro album. Il 29 giugno andremo in Olanda per l’Eurovision Song Contest e cominceremo così il post “Ora o mai più””.
E “Niente di serio” cos’è?
“E’ innanzitutto un film che è passato fuori concorso a Cannes e che uscirà al cinema settembre. Tratta un tema molto attuale e profondo, il rapporto tra i giovani e gli anziani. La colonna sonora, “Niente di serio”, è cantata dai Jalisse, e racconta di una donna, la protagonista del film, che rivive la sua infanzia e l’abbandono della terra natia”.
I vostri fan vi hanno mai abbandonati?
“No, assolutamente. Ci scrivono tanti ragazzi che ci seguono sin dagli inizi e che sono cresciuti con la nostra musica, molti sposati, altri con figli. Pensa, che tempo fa mi scrisse una ragazza che si chiamava Jalissa e noi le abbiamo spiegato da dove abbiamo preso il nostro nome. I nostri fan non ci hanno mai abbandonato, anzi hanno saputo aspettarci. E in questo siamo stati fortunati”.
Roberto Puntato