Il marocchino Yassine (Tarek Boudali) arriva a Parigi per studiare architettura con un visto per studenti. Arrivato tardi all’esame, perde il visto e si ritrova in Francia illegalmente. L’unica possibilità che gli rimane per proseguire il suo sogno è sposarsi, ma dopo una serie di spiacevoli disavventure con l’altro sesso, decide di inscenare un finto matrimonio gay con il suo amico francese Fred (Philippe Lacheau). I due dovranno, così, dimostrare di essere una vera coppia omosessuale e convincere il sospettoso e ossessivo ispettore Dussart (Philippe Duquesne). La situazione si complicherà ulteriormente con l’entrata in scena della madre di Yassine, della fidanzata di Fred (Charlotte Gabris), e di Claire (Andy Raconte), ex fiamma francese di Yassine.
La commedia francese, da quella più sofisticata a quella più dichiaratamente mainstream, si dimostra capace di prodotti di ottimo intrattenimento che inducono a riflessioni interessanti su tematiche di grande attualità.
E’ anche il caso di Sposami, stupido!, che appartiene alla seconda categoria e segna il ritorno dell’affiatata coppia comica Tarek Boudali/Philippe Lacheau dopo i successi di Babysitting e Alibi.com. Stavolta alla regia c’è Boudali e il fil rouge della vicenda è un finto matrimonio gay per ottenere il permesso di soggiorno, attorno al quale si compone una vivace rete di gag ed equivoci.
Ne deriva una commedia spassosissima e arguta su immigrazione, omosessualità, incontro/scontro fra culture, precarietà del lavoro, menzogna, famiglia… Un film che non annoia un solo minuto, grazie al ritmo frenetico, al sapiente utilizzo dei tempi comici, alla spesso irresistibile sequela di trovate narrative e a un perfetto gruppo di attori che suscita subito le simpatie dello spettatore.
Ogni personaggio di Sposami, Stupido!, inoltre, subisce un’evoluzione profonda nel corso della vicenda, imparando a mettere da parte paure e menzogne e scoprendo realmente chi è e cosa vuole dalla vita. E l’amore, omosessuale o eterosessuale che sia, è inneggiato in tutta la sua forza dirompente e la sua incontenibile vitalità.
Boudali e Lacheau confermano, così, la formula vincente della loro comicità, leggera ma sempre al passo coi tempi, politicamente scorretta ma anche aperta ai buoni sentimenti, regalandoci nuovamente un’opera riuscita e gradevole, che ha molto da insegnare anche all’Italia che stiamo vivendo.
Alberto Leali