Sono passati tre anni da quando il parco Jurassic World è stato distrutto dall’Indominus Rex. Ora Isla Nublar è abbandonata a se stessa e prossima all’implosione a causa di un vulcano dormiente che torna a dare segni di vita. Il mondo è chiamato a decidere se salvare i dinosauri da una seconda estinzione o lasciarli morire. Claire (Bryce Dallas Howard) rintraccia il suo ex Owen (Chris Pratt), perché la aiuti in una campagna per salvaguardare gli animali e portarli al sicuro su un’altra isola. Ma la missione, a sua insaputa, nasconde ben altro.
Diretto dallo spagnolo J.A. Bayona, regista dei notevoli The Orphanage e Sette minuti dopo la mezzanotte, Jurassic World – Il regno distrutto, quinto capitolo del fortunato franchise Universal, si rivela un’operazione decisamente godibile e riuscita.
Pur se tutto è già visto e con più di un’incoerenza narrativa, è vero anche che il ritmo incalzante e il giusto dosaggio di terrore e adrenalina assicurano 128 minuti di assoluto divertimento e che il notevole dispendio di mezzi lo rende un prodotto meravigliosamente spettacolare.
In particolare Jurassic World – Il regno distrutto ha il merito di attenersi perfettamente al genere a cui appartiene, senza eccedere o ambire troppo in alto, conscio dei meriti e degli errori del passato e del tipo di pubblico a cui vuole arrivare.
Tra horror e azione, ironia e tensione, questo quinto capitolo spicca per i notevoli effetti visivi, per la sorprendente interazione tra personaggi reali e creati in computer grafica e per una regia sinuosa che gioca spesso con specchi e riflessi.
Inoltre, trasferisce l’imponenza dei dinosauri, costretti a una crudele prigionia e ad inquietanti esperimenti genetici, in spazi angusti e claustrofobici che riecheggiano il cinema gotico. E sono proprio le scene d’azione, che vedono coinvolti la furia dei rettili e il terrore degli umani, a suscitare le emozioni più intense, grazie alla sbalorditiva abilità della messa in scena.
Ancora una volta è riscontrabile, poi, una visione assolutamente pessimistica dell’umanità: avida, senza scrupoli, guidata unicamente dal denaro e incapace di apprendere dai propri errori.
Jurassic World – Il regno distrutto è migliore del suo predecessore del 2015 sia per stile, capace di riscattare le ingenuità della sceneggiatura di Colin Trevorrow e Derek Connolly, che per sottotesti, in grado di aprire il franchise a nuove e numerose prospettive future (vedasi l’interessante personaggio della piccola Maisie).
Un bel blockbuster estivo, solido e con emozioni inaspettate: puro ed efficace intrattenimento per famiglie mescolato ad eccitante stupore visivo.
Alberto Leali